Vivai e fiorai aperti, ma ancora silenzio sugli ortolani hobbisti
Manca ancora l’interpretazione ministeriale sugli agricoltori hobbisti, cioè sui cittadini che hanno un orto, un frutteto, un bosco, degli apiari, gabbie con polli e conigli.
Non è ancora chiaro se queste persone possono giustificare con queste attività la propria uscita di casa indicandole sull’autocertificazione.
Oltre all’Unione dei comuni montani e alle associazioni agricole anche la Regione Piemonte chiede che anche gli agricoltori non professionali (che non lo fanno come primo lavoro) possano recarsi negli orti e dagli animali, nei negozi di agricoltura e nei vivai.
Intanto, vivai e fiorai potranno riaprire. Dopo quello fornito dal Ministero della Salute sui negozi che vengono sementi, anche il Ministero delle politiche agricole fornisce un’interpretazione del Dpcm, che, questa volta, riguarda il comparto florovivaistico.
«Semi, piante, piante da frutto, fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, potranno essere prodotti, trasportati, commercializzati. E i negozi per la vendita resteranno aperti. Dovunque. Non solo nella Grande distribuzione – così la Ministra Teresa Bellanova, nel commentare la faq pubblicata nella notte che esplicita con chiarezza le attività florovivaistiche consentite ai sensi del Dpcm, articolo 1, comma 1, lettera f, del 22 marzo scorso – Per prodotti agricoli si intendono, e non poteva essere diversamente le attività florovivaistiche, che rientrano nel raggio delle coltivazioni agricole».
Un segmento rilevante, come testimoniano i numeri: 100mila addetti in 27mila aziende per oltre 2.5 miliardi di euro di fatturato oltre l’indotto, tra cui la parte relativa alla commercializzazione.
per gli hobbisti basterebbe fare i controlli tramite i militari con denuncia in caso di più di una persona presente sul fondo