Verdura sempre meno cara ma consumi ancora giù
Dai campi arriva un aiuto al contenimento dell’inflazione.
Ad aprile, l’indice dell’inflazione torna a salire dopo dieci mesi segnando +0,6 per cento.
Ma i prezzi della verdura fresca in flessione del 6,2 per cento contribuiscono, cioè, a bilanciare voci come quella relativa ai trasporti che, anche per effetto delle festività pasquali, vola all’1,7 per cento. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati provvisori sui prezzi al consumo diffusi dall’Istat.
Nonostante il forte rallentamento dei listini ortofrutticoli e la stabilità dei prezzi alimentari in generale, che registrano uno 0,3 per cento in ulteriore riduzione sia a livello mensile che tendenziale le famiglie continuano a non comprare, con gli acquisti per la tavola ancora in territorio negativo (-1 per cento).
Vuol dire che la domanda interna resta sempre debole.
In controtendenza è invece l’olio.
Cresce il prezzo dell’olio
Primo trimestre positivo, infatti, per i prezzi dell’olio italiano extra vergine e vergine di oliva.
Dopo un avvio di campagna incerto, sottolinea l’Ismea nel report trimestrale Tendenze dedicato alla filiera olivicola-olearia, i primi tre mesi del 2014 hanno infatti evidenziato una netta ripresa delle quotazioni, rispettivamente dell’8,2% per l’extra vergine e del 7,8% per il vergine.
In Spagna una produzione stimata sopra il milione e mezzo di tonnellate, in netto recupero sulla pessima campagna 2012/2013, sta trascinando al ribasso i prezzi.
Al contrario, l’esito produttivo della campagna olivicola italiana non all’altezza delle aspettative, sta generando una rincorsa all’acquisto delle partite di olio migliori spingendo verso l’alto le quotazioni.
Oltre che alla fase agricola, Ismea ha rilevato nel primo bimestre dell’anno una crescita dei prezzi dell’olio di oliva confezionato anche al consumo, nonostante la dinamica negativa degli acquisti domestici.
I dati del panel consumatori Ismea/Gfk-Eurisko evidenziano infatti nei primi due mesi del 2014 un’ulteriore frenata degli acquisti di olio d’oliva delle famiglie del 10% in quantità, a fronte di una tenuta della spesa corrispettiva, grazie ai rincari nel segmento dell’extra vergine di oliva.
Il report è scaricabile a questa pagina di IsmeaServizi http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3998
Cala il prezzo del grano
Ma se gli olivicoltori patiscono il calo di acquisto di olio, la stessa tendenza si registra nei prodotti derivati dai cereali.
Archiviato un 2013 che ha visto, per il frumento italiano, un risultato produttivo poco soddisfacente con un calo sul 2012 rispettivamente del 2,8% per il duro e dell’1,8% per il tenero, anche il 2014 – in base alle prime indicazioni di semina – potrebbe non rivelarsi positivo. È quanto emerge dal trimestrale Ismea “Tendenze” relativo al frumento, del quale l’Istituto illustra le principali dinamiche sia alla fase agricola che industriale.
Segno che i consumi calano in tutto il mondo industrializzato.
A livello mondiale, sottolinea l’analisi, gli ultimi aggiornamenti disponibili sulla campagna 2013-2014 indicano una produzione di grano sopra i 700 milioni di tonnellate (+8,3% su base annua), con un ulteriore consolidamento delle scorte complessive, in ragione di una crescita più lenta della domanda mondiale.
Quanto alle prime stime per il prossimo anno, ci si attende una lieve contrazione dell’offerta (-1,6%), a causa di una diminuzione delle rese per ettaro.
L’analisi segnala anche un peggioramento del clima di fiducia dell’industria molitoria nel primo trimestre 2014, motivato dall’andamento negativo della domanda. Per l’industria pastaria, al contrario, il sentiment è apparso in miglioramento, grazie soprattutto gli sviluppi delle commesse estere.
L’export di pasta di semola ha chiuso il 2013 con una progressione del 6,1% in volume e del 4,9% in valore, facendo da traino a un settore che sconta, al pari di tutto l’agroalimentare italiano, una penalizzazione nel mercato domestico.
I dati Ismea Gfk-Eurisko relativi al primo bimestre 2014 indicano una contrazione degli acquisti di pasta, da parte delle famiglie italiane, del 2,7% in quantità e del 6,4% in termini monetari rispetto allo stesso periodo del 2013. Un dato che peggiora il bilancio già negativo dell’anno scorso, che si è chiuso con un meno 0,3% per i volumi e con un calo del 7,7% della spesa rispetto al 2012.
Il report è scaricabile su IsmeaServizi a questa pagina http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3988