Tav, 299.000 euro per creare orti e pascoli a Susa (TO)
299.000 euro sembrano un po’ troppi per abbattere un rudere e per spianare un terreno. Ma questo è costo previsto per recuperare all’agricoltura l’area dell’ex polveriera di Susa. Oltre la metà di questi soldi arrivano dalle compensazioni per il Tav. Anche per questo alla sigla dell’accordo è stata data una grande rilevanza mediatica.
Così quella che era una polveriera militare sulla statale 24 alle porte di Susa, ora diventerà un grande spazio agricolo con 20 orti urbani e 5 lotti di pascolo a disposizione della popolazione.
Quattro ettari saranno restituiti a foraggio e gestiti con la fienagione e il pascolo, altri due ettari di un certo interesse naturalistico saranno lasciati liberi, 3.000 mq la porzione destinata agli orti concessi in gestione ai residenti interessati.
L’intesa è stata firmata venerdì 31 gennaio nel municipio di Susa tra il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, il sindaco di Susa Gemma Amprino e dal vicepresidente di Coldiretti Torino Sergio Barone.
“La bonifica, il recupero e la valorizzazione di 7 ettari di terreno che erano del Demanio militare – ha detto il sindaco di Susa Gemma Amprino – sono stati possibili solo grazie al dialogo e alla collaborazione fra enti”.
Amprino ha ricordato che i finanziamenti per il recupero della Polveriera derivano in parte (107.000 euro) dai residui del Patto territoriale e dunque potevano essere utilizzati solo per un’attività produttiva, mentre altri 192.000 euro provengono dal Cipe e fanno parte delle azioni di accompagnamento alla costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione.
“Bisogna sottolineare che questa operazione è in tutto e per tutto un’attività economica, con ricadute positive anche sul lavoro” ha aggiunto il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta “e anche ricordare che il recupero della Polveriera è un problema antico, che ha interessato più amministrazioni nel tempo, e che oggi trova finalmente una soluzione.
Sergio Barone della Coldiretti ha fatto notare che “7 giornate in un fondovalle di terreno fertile, tutte contigue, destinate a rispondere a un’esigenza degli orticoltori e degli allevatori rappresentano per la Val di Susa un risultato tutt’altro che piccolo”.
I lavori prevedono due fasi: un primo lotto, finanziato con l’importo dei Patti territoriali e di cui è già stata completata la progettazione definitiva, interverrà per la sistemazione del territorio destinata agli orti e per il restauro di una delle casematte; mentre il secondo lotto prevede la sistemazione delle aree a pascolo e la demolizione dei ruderi e delle casermette, i cui detriti verranno in gran parte riutilizzati, in un’ottica di recupero paessagistico e agricolo che punta al completo recupero e valorizzazione del suolo.
E’ prevista in ogni caso la bonifica bellica, ma riguarderà in prevalenza gli edifici della Polveriera, poiché proprio a causa della loro destinazione d’uso non sono mai stati utlizzati ordigni bellici nelle zone adiacenti.
Si prevede che i lavori potranno cominciare nella prossima primavera.