Sui social impazza la bufala del Papa vegano
Ci risiamo con la bufala di Papa Francesco convertito al veganesimo.
Come l’anno scorso, in vista della Pasqua in rete circola una falsa notizia che attribuisce a Bergoglio un invito esplicito a non mangiare carne di agnello e capretto durante il pranzo pasquale.
La notizia falsa è accompagnata dalla ormai celebre foto che ritrae il Papa in visita a un presepe vivente con in spalla un agnello.
Il messaggio attribuisce così una scelta animalista rendendola più credibile accostandola al fatto che si tratta del primo Papa che ha scelto di chiamarsi con il nome del santo che parlava agli animali.
La bufala, forse confezionata ad arte proprio da ambienti animalisti, era già circolata in parte subito dopo l’elezione di Bergoglio al Soglio pontificio, avvenuta il 13 marzo 2013, sempre in vista della Pasqua.
E anche quest’anno il messaggio viene sistematicamente postato e ritwittato da attivisti vegani: in pochi giorni è già diventato virale ed è stato visto ormai da moltissimi utenti dei social network.
Questa volta, i vegetariano travisano il discorso delle Palme in cui il Papa ha esortato a difendere il creato ma non ad abbandonare una dieta a base di carne, comprese la carni di agnello e capretto.
L’anno scorso sulla scorta di questa bufala che era entrata anche nei comunicati stampa della Lav, si era mobilitata anche la Brambilla.
La falsa frase del Papa calza così a pennello con il consueto invito degli animalisti che da molto tempo affermano che la tradizione di mangiare carne di agnello e capretto nata da riferimenti evangelici non avrebbe fondamento nelle Sacre Scritture.
Così, i post sui social network trovano conferma in un comunicato in cui gli animalisti, appunto, interpretano a modo loro le parole del Papa affermando che «l’esortazione a rispettare tutti gli esseri viventi, a cominciare dai più piccoli e dai più deboli, ha trovato un’eco forte nelle parole di Papa Bergoglio, che ha scelto di chiamarsi Francesco come il Santo di Assisi, e ha pronunciato parole memorabili. In questo spirito le associazioni invitano tutti a inserire nel precetto Pasquale il “no” alla carne di agnello e di capretto».
La grigliata a base di agnello e capretto, in effetti, ha un retaggio religioso: si riferisce al tema del sacrifico di Cristo, andato in croce per l’Umanità e riprendendo la metafora del sacrificio dell’agnello di Dio mangiato durante l’eucarestia sotto forma di ostia consacrata. Ma, detto questo, la Chiesa non dice esplicitamente “di mangiare agnelli”, così come non ha mai detto di non mangiarli.
In realtà non sappiamo se Papa Francesco mangi carne di agnello oppure la rifiuti. E non sappiamo nemmeno come la pensi sul fatto che ogni anno, a Pasqua, circa 250mila agnelli finiscono sulle tavole degli italiani dopo essere stati prodotti e svezzati per questo preciso scopo.
Sappiamo invece che le associazioni vegane e animaliste in genere considerano le costine di agnello una barbarie. “Un rito cruento – affermano – in forte contraddizione col concetto di Resurrezione, che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza. È un rito non necessario in una società, la nostra, già impregnata di violenza e di morte, che serve soltanto a soddisfare gli interessi dell’industria alimentare”.
Magari fosse vero…
(cavoli, certo che un articolo così pieno di livore è un po’ fuori luogo, no?).
Grazie Luca, ogni critica è ben accetta