Slow food elegge il nuovo direttivo, la vecchia guardia di Bra cede il posto ai nuovi militanti
Slow Food Italia è sempre meno “braidese” e sempre più intergenerazionale. Il congresso di Montecatini ha eletto i sette componenti del direttivo chiamati a dirigere l’Associazione nel percorso di contaminazione con altro movimenti e altre esperienze come chiede Carlin Petrini, linea che si dovrebbe consolidare al Congresso di Slow Food international del 2020.
Così dal monopolio della vecchia guardia di Bra e dei figli politici di Petrini, già intaccato nel direttivo uscente, i sette componenti portano in dote la loro variegata esperienza nella rete Slow Food italiana.
Non ci sarà un presidente ma una direzione collegiale con compiti suddivisi.
Ecco i nuovi dirigenti di Slow Food.
Massimo Bernacchini, cinquant’anni, vive e lavora a Orbetello, dove è attivo nel mondo della cooperazione e della pesca. Dal 2006 è membro della Segreteria Regionale di Slow Food Toscana e consigliere nazionale;
Giorgia Canali, classe 1986, vive a Cesena dove lavora come giornalista. Nel 2010 viene eletta fiduciaria, contribuendo alla nascita della Rete giovani di Slow Food in Italia;
Antonio Cherchi, sassarese, 63 anni, commercialista, vive e lavora a Modena. Dal 2010 al 2014 è stato presidente di Slow Food Emilia-Romagna; dal 2015 ha ricoperto l’incarico di Tesoriere e consigliere nazionale;
Silvia De Paulis, agronoma, dal ’98 al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Dal 2009, dopo il terremoto che ha sconvolto L’Aquila, ha contribuito alla realizzazione prima del progetto 10 orti per 10 tendopoli e poi del Mercato Contadino;
Giuseppe Orefice, tecnologo alimentare, ha 42 anni e dal 2014 è formatore nell’ambito del progetto Orto in Condotta e docente Master of Food; è il presidente uscente di Slow Food Campania e Basilicata;
Gaia Salvatori, classe 1989, componente della rete giovane di Slow Food Roma. Laurea in Comunicazione nel 2012 e specialistica in Marketing. In Cile lavora con Slow Food allo sviluppo dei Mercati della Terra, mentre oggi in Perú segue un progetto di conservazione produttiva della foresta amazzonica.
Francesco Sottile, agronomo, insegna Biodiversità e qualità delle colture agrarie all’Università di Palermo. In Slow Food ha cominciato vent’anni fa dal mondo dei Presìdi siciliani allargando sempre più la propria collaborazione sul piano tecnico e associativo anche all’estero.