Slow Food chiede all’Europa una vera politica alimentare
L’Unione europea cambierà la Politica agricola comune, la leggendaria Pac, che per decenni ha rappresentato il principale sostegno ad attività produttive del Vecchio continente.
In questi giorni si è chiusa la consultazione pubblica lanciata dall’Unione per coinvolgere le associazioni e i gruppi di interesse nelle proposte per la nuova Pac.
In linea con altre associazioni Slow Food ha formulato alcune proposte che certamente peseranno nelle trattative per la nuova normativa.
La più importante è quella che chiede un cambio di prospettiva: non più una politica di sostegno a un comparto economico da mantenere forte rispetto al commercio globale, ma una vera e propria politica alimentare al servizio del benessere dei cittadini europei.
Per questo si chiede il passaggio da una Politica agricola comune a una Politica alimentare comune, che prenda in considerazione il sistema nella sua totalità, includendo i sistemi di distribuzione e lo spreco alimentare. Nell’Unione Europea 88 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno (il 20% della produzione totale), mentre un’azienda agricola su 4 ha chiuso i battenti nel periodo tra il 2003-2013. E dal punto di vista ambientale la situazione non migliora: il 10% delle emissioni di gas a effetto serra in UE è causato dal settore agricolo.
Altra richiesta riguarda il riconoscimento della sovranità alimentare, intesa come “il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo”, come chiede la Dichiarazione di Nyéléni sulla Sovranità Alimentare, Mali, 2007.
Il sostegno deve andare soprattutto ai piccoli produttori, che praticano un’agricoltura ecologica e alle produzioni locali, in quanto elementi fondamentali per un sistema alimentare sostenibile.
Accanto a questi “principi cardine” Slow Food propone di orientare l’agricoltura europea verso la promozione di pratiche agroecologiche, basate su un uso efficiente delle risorse, con un uso minimo se non nullo di prodotti chimici e sulla sinergia esistente tra le diverse specie. Conseguentemente, questo modello agricolo promuove molteplici benefici a livello ambientale, garantendo il mantenimento della biodiversità, la fertilità del suolo e un’ottima resa dei raccolti.
Seguono richieste per aiuti all’agricoltura di montagna e a favore delle imprese costituite da giovani.
Slow Food, insieme ad oltre 150 organizzazioni, già lo scorso marzo aveva dato i primi spunti sul futuro della Pac nella dichiarazione congiunta Good Food, Good Farming – Now.
La risposta completa di Slow Food alla consultazione è disponibile qui.