Sconfitto il nemico delle castagne
Dicembre tempo di caldarroste in questo che è l’anno fortunato della castagna. Non tanto per la produzione, che è stata scarsa per via del brutto tempo estivo, ma per una buona notizia attesa da molto tempo.
La notizia è che si sta sconfiggendo il famigerato cinipide del castagno, il peggiore incubo di ogni castanicoltore.
Il cinipide del castagno è una specie di vespa che, come tutti gli insetti galligeni, sfrutta la reazione delle piante alla sua puntura per creare un nido alle sue larve. Ed è, appunto, legato alla presenza del castagno.
È interessante il meccanismo galligeno. In estate il cinipide punge le piccolissime gemme appena formate per inoculare le uova. Le uova restano in quiescenza per circa 40 giorni e in autunno nascono le larve che restano per tutto l’inverno quasi in letargo dentro le gemme. In primavera, con lo sviluppo delle tenere foglie la pianta “sente” la presenza estranea e sviluppa una specie di tumore, un’escrescenza vegetale,
In questo modo, l’insetto stimola la reazione della pianta che costruisce intorno all’uovo una sorta di tumore, un’escrescenza vegetale che ospita la larva per circa 40 giorni. A fine giugno il minuscolo bruco del cinipide ha completato il ciclo ed è pronto per bucare la galla che lo ha custodito controvoglia per sfarfallare nel suo volo nuziale. Da questi voli di accoppiamento derivano le nuove deposizioni e il ciclo ricomincia.
Fin qui sembra una normale interazione tra pianta e insetto, una cosa del tutto naturale. Se non fosse che l’insetto è arrivato dal lontano Giappone (a sua volta importato dalla Cina) attraverso gli innesti di castagno importati dal Sol Levante per rendere più resistenti i nostri castagni ad un’altra malattia storica: il cancro corticale.
Il cinipide alieno è arrivato da noi nel 2002 senza trovare qui i suoi antagonisti naturali, cioè altri insetti che se lo mangino. Così, senza nemici naturali, è letteralmente esploso a metà degli anni duemila. E, siccome, tutte quelle galle sulle foglie rallentano la funzione clorofilliana e lo scorrimento della linfa la pianta soffre e inizia a seccare.
Il cinipide si trova benissimo nei nostri castagneti anche perché qui non c’è nessun insetto predatore che lo disturbi, come invece avviene in Estremo Oriente. In questo modo riesce a riprodursi in modo esponenziale.
Così il cinipide del castagno sta letteralmente distruggendo i castagneti italiani, proprio mentre non venivano più apprezzati solo per la produzione di funghi spontanei ma proprio per ripresa dell’antica castanicoltura, la frutticoltura di mezza montagna che per secoli ha sfamato i contadini delle valli e delle colline.
Ma dal Piemonte arriva la bella notizia. Il cinipide del castagno non è invincibile.
Attraverso un progetto coordinato dalla Regione Piemonte, partito nel 2006, si è arrivati a riprodurre un insetto che attacca il cinipide. Si tratta di una vespa, anche questa originaria della Cina come la sua preda. Si chiama Torymus sinensis e colpisce il cinipide direttamente dentro la galla. In pratica, l’adulto di Torymus depone le sue uova addirittura nel corpo delle larve di cinipide oppure dentro la galla in modo che i suoi piccoli abbiano la possibilità di cibarsi dei bruchi di cinipide. La vespa antagonista è in grado di trovare le galle e di bucarle fino ad introdurre l’uovo nel corpo vivo del bruco.
In questo modo, in Piemonte, si sta sconfiggendo il cinipide. E la differenza rispetto a qualche anno fa si inizia a vedere. Quest’anno, tra le imponenti piante di marrone delle valli cuneesi o della valle di Susa si vedevano poche fronte secche, mentre, al contrario, in Toscana, dove la lotta biologica al cinipide con il suo antagonista è ancora agli inizi, i castagneti erano un deserto.
Ma anche in Piemonte la Guerra al cinipide non è ancora del tutto vinta.
A Grugliasco, all’interno del Dipartimento di agraria dell’Università di Torino, la produzione di insetti antagonisti Torymus è affidata alla ditta Pegaso, uno studio di Servizi Agroambientali che è una dei pochi soggetti in Italia che sta portando avanti questa attività.
«Ci vorranno anni per fare tornare un equilibrio tra il cinipide e i boschi di castagno – osserva Ivan Albertin di Pegaso – per ora possiamo soltanto continuare a produrre gli insetti antagonisti e disperderli nei castagneti infestati da cinipide. Anche perché la lotta chimica non ha dato risultati, era troppo costoso e poco mirato irrorare i castagneti con gli insetticidi. Questa lotta biologia si sta invece rivelando estremamente efficace. È vero che, così, abbiamo introdotto un altro insetto alieno, ma almeno abbiamo trovato un rimedio efficace che non rischia di avvelenare i boschi come gli insetticidi».
Nel laboratorio di Grugliasco si producono le larve e che poi vengono portate nei boschi da disinfestare. Queste cresceranno e, da adulti, usciranno dalle galle per cercare quelle parassitate da cinipide per deporre le loro uova.
«In Piemonte si è semplicemente copiato il metodo che avevano adottato i giapponesi quando si erano accordi di avere importato la “malattia” dalla Cina. Si è prima verificato che questo nuovo insetto antagonista non entrasse in competizione con le specie della stessa famiglia presenti in Italia e poi abbiamo avviato la produzione. Certo non sarà risolutivo, nel senso che non riusciremo a debellare il cinipide ma almeno avremo riportato i boschi di castagno in una situazione di normalità».
Buonasera abito a Endine Gaiano (BG) da noi nei nostri castagneti la situazione sta peggiorando.
Anche quest’anno pochissime castagne e quelle poche non buone.
Vedo le mie piante secolari morire e non so cosa fare.
Se mi potete aiutare ve ne sarei grato.
Grazie a tutti
Vittorio
Caro Vittorio prova a mandare una mail qui
i.albertini@studiopegaso.eu
Forse loro ti sanno aiutare.
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