Scandalo mense, l’assessore scarica sulla Camst
Adesso l’assessora comunale Mariagrazia Pellerino vuole che la Camst paghi per la figuraccia rimediata dal sistema mense del Comune di Torino.
E chiede che gli addetti siano sottoposti a provvedimento disciplinare da parte della loro azienda.
La cooperativa bolognese, leader della ristorazione collettiva, che ha vinto l’appalto del Comune sarà chiamata a rispondere secondo le sanzioni previste dal capitolato col Comune.
Ma, per ora, non si parla di rescissione del contratto.
Oggi, il caso ha voluto che nella sede aulica della Camera di Commercio a Palazzo Birago, fosse illustrata ai giornalisti il nuovo protocollo di collaborazione tra Comune, Laboratorio Chimico della Camera di Commercio e Istituto Zooprofilattico, per ottimizzare il sistema dei controlli.
“Quel centro di cottura viene visitato continuamente dai nostri ispettori e dai tecnici del Laboratorio Chimico della Camera di Commercio. Ci sono stati anche i Nas. Nessuno ha mai rilevato particolari inadempienze – ha ricordato la Pellerino – Qualcosa, evidentemente, non ha funzionato. Da oggi si deve voltare pagina”.
La Pellerino ha così quasi sfiduciato il sistema dei controlli che ha operato finora.
“Costruiremo un coordinamento con la supervisione del Dipartimento di Veterinaria e Agraria dell’Università che, con il professor Gerbi, ci aiuterà nel dettare prescrizioni più efficaci e nel miglioramento dei controlli”.
Intanto, però, si è saputo che la chiusura del centro di cottura non è collegata in alcun modo all’episodio di allergia che colpì 4 bambini della scuola Perotti il 26 marzo. Quel centro di cottura non serve la Perotti, e, anzi, secondo una relazione di esperti dell’ospedale Regina Margherita, l’allergia non fu scatenata dal cibo consumato in mensa, ma da altri prodotti che i bambini avevano mangiato o manipolato nelle ore precedenti al pasto.
Ma c’è di più.
Non è stata l’Asl ad imporre la chiusura del centro di cottura Camst di Moncalieri, ma è stata la stessa direttrice a preferire la chiusura, magari temporanea, all’effettuazione dei lavori di manutenzione alla vigilia della chiusura estiva.
Il centro di cottura di Moncalieri, durante l’anno scolastico, prepara 20.000 pasti; ora ne cucinava soltanto 300 per gli asili. Anche se l’Asl ha mosso dei rilievi igienici non c’è mai stato un caso sanitario collegato a prescrizioni non rispettate.
Anche perché l’Asl che ha visitato il centro di cottura Camst di Moncalieri, non ha segnalato né mosche né macchie di sangue, ma ha trovato una porta aperta che avrebbe dovuto essere chiusa; la retina antimosche di una presa d’aria rimossa; ruggine; piastrelle sbeccate (trovate già l’anno scorso erano state poi sostituite), macchie sul pavimento, cartellini di “non in uso” che non sono stati apposti su alcuni frigoriferi e gastronorm (i contenitori che servono mantenere la temperatura dei cibi cotti).
Ma anche se sembrano segnalazioni di poco conto l’Istituto zooprifilattico invita a non sottovalutarle. “Le mosche vanno tenute fuori dagli ambienti di cottura e una piastrella sbeccata può favorire la proliferazione di batteri molto pericolosi come la Listeria”, informa la direttrice Maria Caramelli.
“In ogni caso, è evidente che c’è stata incuria – affonda la Pellerino – E credo che sia da imputare soprattutto alla mancanza di formazione del personale. Ma il personale ha anche responsabilità precise, e mi auguro che questo personale subisca dei procedimenti disciplinari, perché se una porta di una cucina deve restare chiusa, non si deve lasciare aperta e una retina antimosche non viene rimossa perché in cucina fa troppo caldo, se fa troppo caldo si chiede al datore di lavoro di installare sistemi di affrescamento”.
Il capitolato, comunque, non si tocca.
“Quel capitolato ha ricevuto un premio europeo. Non abbiamo nessuna intenzione di modificarlo. Ma va rispettato, questo sì”.
In attesa delle sanzioni alla Camst, si sa già che dal prossimo anno scolastico la Camst dovrà comunque rispettare un “decalogo”, come lo ha chiamato l’assessora, che avrà il via libera l’8 luglio.
Un elenco di prescrizioni che punta a migliorare la qualità e il gradimento dei pasti.
“Ci sarà maggiore attenzione alla temperatura con cui arrivano ad essere serviti i pasti nelle scuole; saranno riviste alcune ricette, soprattutto per i secondi freddi (come uova sode e insalate ndr), che troppo spesso venivano serviti a temperature eccessivamente basse; nelle verdure saranno accorciati i tempi di cottura per migliorare i sapori; la pasta dovrà più presentarsi incollata; le lasagne saranno preparate in modo da aumentarne il gusto; il pane arriverà da panificatori del territorio; sarà introdotto il pane all’olio d’oliva , e proprio l’8 luglio ci sarà anche il test di assaggio del pane all’olio che verrà proposto dalla Camst. Ma abbiamo anche chiesto alla Camst di aderire alle giornate delle “mense a porte aperte” che si svolgeranno tutti i sabati di settembre”.
Se scrivo quel che penso, son passibile di denuncia, quindi mi limito a chiedermi : Se i controlli precedenti, non hanno palesato particolari inadempienze, come mai, ora questo accanimento verso questa azienda? la cosa la trovo quantomeno strana….non vado oltre….E poi quale soluzione viene proposta??? Sanzioni Disciplinari a carico dei dipendenti….la solita storia all’italiana………Chi è del settore, sà bene,che in questi periodi di calo produttivo, tutti i Centri Preparazione Pasti,tendono a fare lavori di ristrutturazione e migliorie varie…………non capisco,fino a poco tempo fa,questa azienda veniva descritta come un fiore all’occhiello,ora,di colpo,nonostante i precedenti controlli non hanno palesato anomalie,viene così demonizzata…….e alla fine chi verrano vessati? I dipendenti,certo,l’ultimo anello della catena…..ora e sempre,si và ad agire sulla parte più debole della catena,per offuscare le vere responsabilita’……………ripeto non scrivo quello che penso veramente,o sarei soggetto a denuncia……
Caro Iguana, perché denuncia?
hai espresso il tuo parere in modo deciso ma corretto