Registrato il falso ragù Usa
Il ragù diventa un marchio registrato, non italiano.
Anche il nome comune di una ricetta tipica della tradizione italiana è diventato un marchio registrato da una multinazionale per un prodotto che viene venduto e comperato dagli Stati uniti al Giappone senza alcun legame con la realtà produttiva del Made in Italy.
Accade con la cessione da parte di Unilever dei marchi Ragù e Bertolli (la divisione sughi e piatti pronti) alla giapponese Mizkan per 2,5 miliardi di dollari (circa 1,6 miliardi di euro), compresi due stabilimenti di produzione negli Stati Uniti.
Un esempio che sarà portato al negoziato sul libero scambio in corso con gli Stati uniti dove è in ballo la tutela delle nostre denominazioni alimentari piu’ tipiche su un mercato dove 8 formaggi di tipo italiano su 10 sono in realtà ottenuti nel Wisconsin, in California e nello Stato di New York, dal parmesan al provolone, dall’asiago alla mozzarella)
Secondo la ricetta depositata dalla delegazione bolognese dell’Accademia italiana della cucina presso la Camera di Commercio di Bologna il vero ragù è fatto con i seguenti ingredienti:
– polpa di manzo macinata grossa, pancetta di maiale, carota gialla, costa di sedano, cipolla, passata di pomodoro o pelati, vino bianco secco, latte intero, poco brodo, olio d’oliva o burro, sale, pepe.
Con il marchio Ragu’ venduto dall’Unilver all’azienda giapponese si vendono invece improbabili varianti denominate Pizza, Robusto, Ragu’ pasta ed anche una tipologia chunky per vegetariani ottenuta con tutta probabilità con pomodoro coltivato in California.
Complessivamente, le imitazioni di prodotti alimentari italiani nel mondo sviluppano un fatturato di 60 miliardi pari a quasi il doppio delle esportazioni dei prodotti originali e sono diffuse soprattutto nei Paesi piu’ ricchi del globo.
Nei diversi continenti sono infatti in vendita inquietanti aberrazioni, dallo “Spicy thai pesto” statunitense al “Parma salami” del Messico, ma anche una curiosa “mortadela” siciliana dal Brasile, un “salami calabrese” prodotto in Canada, il “provolone” del Wisconsin, gli “chapagetti” prodotti in Corea,.
Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le piu’ copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, ma in vendita c’è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America. Per non parlare del Romano, dell’Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane.
La multinazionale olandese Unilever aveva acquisito il marchio Bertolli e le attività produttive, di marketing e di vendita all’ estero nel 1993 dalla finanziari Fisvi che ne era entrata in possesso poco prima a seguito della privatizzazione della Sme, la finanziaria pubblica dell’agroalimentare.
Successivamente le attività nel settore dell’olio a marchio Bertolli sono state cedute dall’Unilever al gruppo spagnolo SOS e dopo alcune peripezie sono finite proprio lo scorso mese (11 aprile 2014) insieme ai marchi Sasso e Carapelli al fondo inglese CVC Capital Partner che ha battuto l’offerta italiana dalla joint venture formata dal Fondo Strategico Italiano (Fsi) e Qatar Holding.