Record di frodi contro i vini italiani, +150% in un anno
Record di frodi per i vini italiani. In un solo anno sono più che raddoppiate: l’incremento è stato del 150% del valore di alcolici sequestrati perché adulterati, contraffatti o falsificati.
«Sono stati sequestrati dai Nas nel 2015 vini e alcolici per un valore di 41 milioni – spiega la Coldiretti – con 117 persone segnalate all’autorità giudiziaria e 261 all’autorità amministrativa. Alle frodi smascherate a livello nazionale si aggiungono gli inganni a danno del vino Made in Italy provocati dalla vinopirateria nei diversi continenti».
Clamorose le imitazioni scoperte in giro per il mondo: dal Bordolino bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore, ma prodotto in Argentina, al Chianti Made in Usa, fino al Barbera bianco acquistato in Romania. Un business che complessivamente provoca alle produzioni Made in Italy perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali.
A guidare la classifica dei vini italiani più taroccati nel mondo è il Prosecco ed è la Germania, dove si concentra il 9% delle esportazioni di Prosecco originale, il Paese dove sono più diffuse le falsificazioni. Tanto che sugli scaffali dei supermercati tedeschi si possono trovare il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco e il Consecco. Ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova.
Una fotografia precisa sul business parallelo del vino arriva dal dossier “Frodi in Italia e vinopirateria nel mondo nel 2015” realizzato sulla base dell’attività svolta dai carabinieri dei Nas lo scorso anno e presentato all’ultima edizione del Vinitaly alla “cantina dell’orrore” allestita da Coldiretti. «Le frodi e la vinopirateria – commenta Coldiretti – sono la principale minaccia al successo dei vini italiani che nel 2015 hanno raggiunto un fatturato record di 9,7 miliardi (+3%) realizzato soprattutto grazie all’export che è stato di 5,4 miliardi (+5%)». Da tutelare c’è un settore che offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone e che negli ultimi 50 anni a messo a segno una forte crescita con le esportazioni che sono aumentate di quasi otto volte in (+687%) nonostante la produzione sia calata del 30%, con una bottiglia prodotta su tre che è a denominazione di origine, tanto che l’Italia che ha conquistato il primato in Europa per numero di vini con indicazione geografica (73 Docg, 332 Doc e 118 Igt).
«Il fenomeno del falso vino Made in Italy – dice la Coldiretti – trova un forte impulso anche dalle opportunità di vendita attraverso la rete, dove è possibile acquistare pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano».
Il vino in polvere può anche essere facilmente acquistato direttamente nei negozi di alcuni Paesi dell’Unione Europea, dalla Gran Bretagna alla Svezia. Ma si trova in Canada uno dei più grandi produttori di wine kit che vende online preparati per vino fai da te con nomi di grandi vitigni, a cui si ha aggiunto la parola “style”.
«La definizione europea del vino – continua la Coldiretti – non contempla l’aggiunta di acqua e soprattutto per questo il commercio dei wine kit su tutto il territorio europeo andrebbe vietato».