Natale e Capodanno, in 450 mila andranno in agriturismo
Sono 450 mila i vacanzieri che alloggeranno in agriturismo nelle festività di fine anno con un aumento stimato pari al 7 per cento rispetto allo scorso anno.
E’ quanto si stima sulla base delle indicazioni dell’associazione agrituristica Terranostra e in occasione della diffusione dei dati dell’indagine promossa da Federalberghi, nel sottolineare che la permanenza media si riduce a due-tre giorni. Le difficoltà economiche riducono i budget di spesa e spingono verso vacanze piu’ brevi e piu’ vicine a casa con una maggiore flessibilità nella programmazione come quelle in campagna che crescono in controtendenza.
A farla da padrona é la montagna con le prenotazioni a gonfie vele, infatti, per le aziende situate nei pressi degli impianti sciistici, ma buone sono anche le richieste per le sistemazioni prossime alle città d’arte, ai centri di interesse storico e culturale. La novità del 2013 è pero’ il crescente interesse per l’agriwellness con le cure rilassanti offerte da un numero crescente di agriturismi come i massaggi all’extravergine di oliva, quello contadino al fieno o la biocosmesi al vino, all’olio di oliva alle stelle alpine o addirittura al latte d’asina.
Sotto la pressione della crisi si registra infatti un vero boom delle nuove forme di “terapia” con rilassamento naturale per combattere lo stress.
La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo resta però la qualità più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi che si confermano come la piu’ valida alternativa ai pasti casalinghi. Le feste di Natale sono molto spesso l’occasione per tornare a gustare i piatti del ricordo dai tortellini in brodo dell’Emilia Romagna al cappone in Lombardia, ma anche u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle D’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazunìelli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana o l’insalata di rinforzo in Campania. Piatti che richiedono tempo ed esperienza spesso tramandata da generazione in generazione nelle campagne.
Aumenta anche l’offerta di servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti che in numero crescente affollano i 20.474, agriturismi censiti in Italia.
Il maggior numero di aziende si trova in Toscana (4185) ed in Trentino (2996), ma nel tempo la diffusione è diventata capillare su tutto il territorio nazionale anche se il 47 per cento si trovano al nord, il 34 per cento nel centro e il 19 per cento nel Mezzogiorno.
L’agriturismo non è piu’ solo mangiare con le aziende autorizzate alla ristorazione (10.144) che sono state sorpassate in numero da quelle che offrono anche altri servizi, salite a ben 11.982, con attività come l’escursionismo (3.324), la mountain bike (2.785), i corsi di cucina, orto, cucito o altro (2.009), l’equitazione (1.489), il trekking (1.821), le fattorie didattiche per i piu’ piccoli (1.251) e le osservazioni naturalistiche (932) che sono in rapida espansione.,
Per scegliere l’agriturismo giusto il consiglio è quello di preferire aziende accreditate da associazioni e di rivolgersi su internet a siti come www.terranostra.it o www.campagnamica.it.