Milano svela Veronelli, il gastronomo anarchico
Ultimi giorni per visitare a Milano la mostra dedicata al padre della critica enogastronomica italiana: Luigi Veronelli, scomparso il 29 novembre del 2004. Dopo il weekend, l’esposizione si sposta dalla Triennale di Milano a Bergamo, città natale di Veronelli.
La mostra ripercorre la vita di Veronelli, che, intellettuale eclettico, fu davvero “tante cose”. Il suo volto da professore dal puntiglio critico fu reso famoso agli italiani grazie all’abbinamento con Ave Ninchi nel primo popolare programma Tv dedicato alla cucina, quando la Rai trasmetteva ancora in bianco e nero.
Pochi sanno che Veronelli su un fervente anarchico e che la sua posizione antipolitica fu alla base delle su famose battaglie contro la Coca Cola e in favore della cultura popolare del vino e del cibo. Inizia la sua carriera negli anni ’50 come editore, pubblicando due riviste: “Il pensiero” e “Il gastronomo”.
Il suo interesse per il cibo si rafforza nel sodalizio con Luigi Carnacina e soprattutto nelle profonda amicizia con altri due grandi divulgatori: Mario Soldati e Gianni Brera. Sulla scorta di Soldati e come il giornalista Brera, Veronelli percorre l’Italia catalogando ricette popolari e intervistando contadini, osti e cuochi di paese dai quali attinge lo spirito profondo della gastronomia popolare italiana che proprio con lui inizia ad essere elevata a materia giornalistica e pubblicistica di largo consumo.
Pubblica ricettari famosi e libri sulla cucina. Poi si immerge nel mondo del vino che diventa la sua principale passione. Anche qui gira l’Italia per conoscere e mappare i produttori e in questo spirito di scoperta lancia la “cultura del vino”, traendola dallo spirito popolare e promuovendola verso il largo pubblico in anni in cui il vino era un compagno di pasto e di ebbrezza, dove c’era ben poco di “meditativo”.
Da star televisiva Veronelli ha condotto le sue battaglie contro le multinazionali del cibo e delle bevande e in favore di una riforma della legislazione alimentare italiana, passando anche per la riscoperta dell’olio, altro prodotto “anima” dell’Italia che diventerà un altro amore di Veronelli.
Tra le sua ultime battaglie, le De.Co. le denominazioni comunali applicate anche anche al vino.
Del vino Veronelli scrisse: “Il vino è libertà, di cui Anarchia è sinonimo”.
Il suo motto era “Camminare la Terra”, che è diventato il titolo della mostra in suo onore.
L’esposizione è organizzata dal Comitato decennale Luigi Veronelli, un sodalizio che comprende le persone che lo hanno ammirato come un maestro, tra cui il direttore editoriale Gian Arturo Rota, la pubblicitaria Ludovica Amat, il direttore editoriale Alberto Dragone, il filosofo Aldo Colonetti, lo storico Cluadio Visentin, il gastronomo Alberto Capatti.
Il Comitato si scioglierà il 31 dicembre 2015, al compimento di Expo il cui tema è in stretta relazione con il lavoro intellettuale, etico e giornalistico di Veronelli.
Per info www.decennaleveronelli.it