L’Unesco premia la pizza
Quella di giovedì 26 marzo è stata, a modo suo, una data storica, per la convocazione della Commissione Italiana Unesco a Roma per l’atteso via libera nazionale all’inserimento dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella “Lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.
Un traguardo reso possibile dalla raccolta di 300 mila firme, un passaggio fondamentale per tutelare l’identità del prodotto più rappresentativo della realtà gastronomica nazionale ma anche per fare definitivamente chiarezza sull’origine italiana degli ingredienti e sulle modalità di preparazione per garantire le condizioni igienico e sanitarie ottimali, come dichiarato da Coldiretti in una nota. L’annuncio della convocazione è stato seguito da un tam – tam in tutta Italia che è confluito in una una giornata di mobilitazione e festa in tutto il Paese.
Centro della festa, naturalmente Napoli e l’ Antica Pizzeria Brandi dove è stata sfornata la prima pizza “Doc” simbolo dell’Expo per metterla a confronto con quella taroccata da “Pomarola” del Brasile, olio “Pompeian” del Maryland e “Zottarella” venduta in Germania, ma anche dai pelati San Marzano fatti in California
La raccolta firme si è conclusa dopo aver fatto il giro d’Italia, raccogliendo le adesioni di esponenti politici, giornalisti e vip come il regista Oscar Farinetti, Carlo Petrini, Renzo Arbore, Luciana Littizzetto, Gabriele Muccino, Ilary Blasy, Jimmy Ghione, Eugenio Bennato e Giorgio Panariello. La petizione è stata lanciata anche a Londra e a New York ottenendo la firma di Lidia e Joe Bastianich, Bud Spencer e Natalia Quintavalle, Console generale dell’Italia a New York.
Su Twitter l’#hashtag #pizzaunesco.