L’Ue non tappa le falle dell’embargo russo alla frutta
Mentre a Mosca la mafia russa inizia a lucrare sul mercato nero dei prodotti alimentari l’Ue sospende gli aiuti europei per l’ortofrutta colpita dall’embargo deciso da Putin.
L’embargo, lo ricordiamo, colpisce soprattutto gli agricoltori italiani che sono i primi in Europa con 463 mila aziende produttrici di frutta e verdura.
La Commissione europea ha giustificato il blocco delle misure di emergenza con la richiesta sproporzionata di sostegno da parte di alcuni stati membri, in particolare la Polonia, che ha comportato il superamento del budget messo a disposizione (82 milioni di euro per mele e pere e 43 milioni di euro per altri prodotti ortofrutticoli).
Le associazioni agricole italiane chiedono in Europa trasparenza nella ripartizione delle risorse e che prevalga il criterio dell’equilibrio in relazione alle peculiarità produttive dei singoli Stati membri e, quindi, ai relativi costi di produzione.
Con il regolamento di aiuti varato ad agosto, 29,7 milioni servivano a finanziare i ritiri mentre 3 milioni per la promozione. L’Italia, con aiuti fino a 1,288 milioni, era il principale beneficiario dei fondi per la promozione che la Coldiretti si augura vengano concentrati a livello nazionale per aumentare l’efficacia di intervento ed evitarne la dispersione.
La decisione prevedeva di aumentare dal 5 al 10 per cento la quantita’ massimale di produzione delle organizzazioni produttrici che avrebbe potuto essere ritirata dal mercato per la distribuzione gratuita, fissandola a un prezzo di 269 euro a tonnellata per un totale stimato di 22,1 milioni di euro di aiuti Ue. Per i produttori che non sono membri di organizzazioni, invece, il contributo Ue per i ritiri era fissato al 50 per cento di quello delle organizzazioni di produttori, per una somma stimata di 7,6 milioni. Inoltre il regolamento prevedeva ulteriori 3 milioni per le attivita’ di promozione per le organizzazioni di produttori, cofinanziate al 50 per cento.
L’embargo russo ha ricadute economiche rilevanti sull’Italia: solo nell’ultimo anno le esportazioni tricolori a Mosca sono cresciute dell’8,2 per cento per un valore complessivo di 10,4 miliardi -evidenzia la Cia-. In particolare proprio l’agroalimentare, con un fatturato di quasi un miliardo di euro, rappresenta il 10,3 per cento dell’export totale verso la Russia.