“L’Ue non compensa l’embargo russo”
La ritorsione russa verso le importazioni europee sta costando caro all’agroalimentare italiano.
Complessivamente si stima che solo per l’Italia mancheranno spedizioni di prodotti agroalimentari dall’Italia per un totale di circa 200 milioni di euro all’anno.
Ed in particolare l’export di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro e importi molti piu’ limitati per il pesce che l’Italia spedisce in quantità molto limitate in Russia.
E secondo la Coldiretti i 125 milioni complessivamente stanziati dalla Commissione per tutta l’Unione Europea a seguito del blocco delle importazioni in Russia di alcune categorie di prodotti alimentari non sono sufficienti a fronte dei danni diretti e indiretti che si stanno verificando.
E’ quanto ha affermato il vicepresidente della Coldiretti Mauro Tonello alla riunione operativa sul settore ortofrutticolo convocata dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina dopo le ritorsioni decise da Vladimir Putin che ha deciso per ultimo la chiusura di 4 MacDonald’s nel centro di Mosca con la scusa di violazioni sanitarie mentre si ipotizzano restrizioni per Coca Cola e Apple ma anche per auto e farmaci.
Molto dipenderà dalla tempestività e dalle modalità operative che devono ancora essere definite ma già ora si puo’ dire – sottolinea la Coldiretti – che dall’intervento restano esclusi alcuni prodotti ortofrutticoli (compresi solo pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi) ma anche i prodotti diversi dall’ortofrutta ma comunque colpiti dal blocco come carni, pesce e latte e derivati tra i quali ci sono prodotti tipici Made in Italy dal grana padano al parmigiano reggiano fino al prosciutto di Parma fortemente danneggiati dall’embargo.
Tardivo è stato giudicato dal vicepresidente della Coldiretti Mauro Tonello l’intervento annunciato dal commissario europeo Dacian Ciolos a sostegno delle pesche e nettarine in crisi per l’anomalo andamento stagionale che ne ha rallentato i consumi e accavallato i periodi di maturazione con l’aggravio del blocco delle importazioni da parte della Russa.
«A questo punto – sostiene Tonello – per accelerare i tempi per il prodotto in eccesso occorre individuare insieme alla beneficenza altre destinazioni come la distillazione e quella energetica. Occorre soprattutto concentrare le risorse disponibili per la promozione a livello nazionale per aumentare l’efficacia di intervento ed evitarne la dispersione».
Gli agricoltori italiani chiedono un intervento che riguardi prodotti freschi di stagione non stoccabili e senza mercati di vendita alternativi immediatamente disponibili come pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, frutti rossi (fragole, lamponi, ribes, mirtilli, more, uva spina), uva da tavola e kiwi.