L’Ue boccia l’etichetta a semaforo: “Troppo sbrigativa”
Dopo una prima parziale approvazione, alla fine la Commissione Europea ha dato ascolto all’Italia e ha bocciato l’etichettatura nutrizionale “a semaforo” sugli alimenti, introdotta dal Regno unito, definendola una “presunta violazione del principio di libera circolazione delle merci”.
Ideata con l’obiettivo di diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri per combattere
la piaga dell’obesità, problematica molto presente in UK, l’etichettatura nutrizionale “a
semaforo” indica il contenuto di nutrienti critici per la salute ponendo sulle confezioni dei prodotti i bollini rosso, giallo o verde.
Finalità indubbiamente apprezzabile che, tuttavia, si fonda su basi piuttosto deboli per
non dire ambigue: le decisioni su quale bollino apporre non si basano infatti sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finendo per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti come l’olio extravergine d’oliva e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale.
Un sistema molto pericoloso per il consumatore ma anche per l’export agroalimentare
di molti stati europei tra cui, naturalmente, l’Italia.
Nei mesi scorsi l’etichettatura nutrizionale “a semaforo” è stata oggetto di numerose critiche da parte delle nostre istituzioni che l’hanno definita discriminatoria, incapace di aiutare i consumatori a fare scelte salutari e addirittura una forma di protezionismo industriale camuffato sotto l’insegna del salutismo.
La decisione della messa in mora da parte dell’UE ha naturalmente ottenuto pareri
ampiamente favorevoli dalle Istituzioni e dalle Associazioni di Categoria.
Soddisfatta la Coldiretti secondo cui questa decisione salva le esportazioni Made in
Italy, dai formaggi come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano all’olio d’oliva, fino ai salumi piu’ tipici come il prosciutto di Parma o San Daniele. L’etichettatura nutrizionale “a “semaforo”, ribadisce la Coldiretti, è già stata adottata in molti supermercati in Gran Bretagna a danno di alcuni settori cardine dell’export Made in Italy e, più in generale, dell’intero trend di consumo nel Regno Unito del cibo italiano, che nel 2013 ha fatto segnare un aumento del 6 per cento, per un valore di 2,8 miliardi”
Di uguale parere è la Cia – Confederazione Italiana Agricoltori, che definisce
l’etichettatura nutrizionale a “semaforo” semplicistica e fuorviante; non esistono infatti cibi “buoni” o “cattivi”, ma solo regimi alimentari corretti e non. In questo modo si rischia soltanto di confondere ancora di più il consumatore e si penalizzano molti prodotti Dop e Igp.