L’iva sul tartufo scende al 10%. Cirio: “Così l’Italia si allinea all’Europa”
L’iva sul tartufo passerà dal 22% al 10%, allineandosi agli altri paesi europei. Il Governo ha infatti presentato un emendamento che recepisce la richiesta arrivata dall’Ue di adeguarsi ai parametri comunitari. Alla fine hanno dunque vinto quelli che da anni portavano avanti questa battaglia, primi tra tutti l’europarlamentare Alberto Cirio e il sindaco di Alba, Maurizio Marello.
Ma partiamo dall’inizio. Negli altri Stati Ue, il tartufo è sempre stato considerato un prodotto agricolo spontaneo, quindi venduto con un’Iva che poteva andare dal 4 al 10%, a differenza del 22% applicato nel nostro Paese. Qualche mese fa era stato proprio Cirio che, per denunciare questa incongruenza, aveva presentato a Bruxelles una petizione, firmata dall’avvocato Roberto Ponzio, consegnandola poi direttamente al presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, all’inaugurazione dell’85esima Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
“Far muovere l’Europa è stata la chiave vincente per sbloccare una situazione di stallo che andava avanti da moltissimi anni, penalizzando uno dei comparti più rinomati dell’enogastronomia italiana”, ha spiegato Cirio. Che poi ha aggiunto: “Il Piemonte e Alba hanno tracciato una strada a cui si sono aggiunte poi anche le Marche e il comune di Acqualagna, che ha presentato a sua volta una formale denuncia all’Europa. Unire le forze è stato determinante. Adesso mi auguro che l’approvazione dell’emendamento proceda senza intoppi, permettendo finalmente al nostro Paese di non essere penalizzato dalla sua stessa normativa”.
Il viceministro alle Politiche Agricole, Andrea Olivero, ha invece commentato la notizia parlando di un sostanziale vantaggio per tutto il comparto, che avrà ricadute positive sull’intera filiera.
Di Daniele Angi