Latte nelle scuole, la lunga storia di un programma europeo
Il programma “Latte nelle scuole” ha una lunga storia. Nasce dalla volontà dell’Unione europea di promuovere il consumo di questo alimento considerato essenziale per la crescita da un settore sempre alle prese con eccedenze produttive.
Latte nelle scuole (School milk scheme, in sigla Sms) ha il suo gemello in “Frutta e verdura nelle scuole” (School fruit and vegetables scheme, Sfvs).
Entrambi sono stati sviluppati con la Pac, la politica agricola comunitaria ma hanno una storia del tutto diversa. Latte nelle scuole risale agli anni in cui c’era ancora la Cee con la creazione dell’Organizzazione comune del mercato (Ocm) nel settore del latte, nel 1968, ed è stato attuato dal 1977; mentre “Frutta nelle scuole” è stato avviato nel 2009. Entrambi i programmi, hanno come obiettivi la tutela della salute pubblica attraverso l’alimentazione così come definiti a livello europeo dai regolamenti Cee, 2007 e Ue, 2014. Gli aiuti previsti per i due programmi sono attualmente erogati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga), nell’ambito degli interventi di mercato connessi alla Ocm unica1.
Non esiste nessun obbligo. Per Latte nelle scuole, gli stati membri aderiscono ai due programmi su base volontaria, dopo avere deciso una propria strategia nazionale o regionale per la loro attuazione. Così, gli stati finanziano o cofinanziano la distribuzione nelle scuole sia di latte, bevande a base di latte, formaggi, yogurt e prodotti lattieri fermentati, sia di prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati. “Frutta nelle scuole”, in particolare, si propone, anche attraverso misure accessorie e attività ludico-didattiche, di contribuire a migliorare la conoscenza tra i più giovani dell’agricoltura e dei suoi prodotti.
Si può dire che quasi tutti i bambini europei abbiano consumato latte o latticini a scuola grazie a questo programma. Per dare un ordine di grandezza, dal 2009, oltre 20 milioni di bambini e ragazzi europei hanno beneficiato del programma “Latte nelle scuole” di questi, oltre un terzo sono alunni della scuola primaria. I prodotti distribuiti riguardano, soprattutto, latte, latte aromatizzato, prodotti a base di latte fermentato e formaggi (equivalenti a oltre 350.000 tonnellate di latte)
Nonostante non vi sia l’obbligo per gli stati membri di contribuire al finanziamento, il 45% di questi ha aggiunto fondi pubblici o privati per l’esecuzione del programma (per un valore medio di circa 44 milioni di euro/anno). I finanziamenti totali UE erogati dal Feaga si aggirano, in media, sui 66 milioni di euro l’anno Per il programma “Latte nelle scuole” i diversi modelli di attuazione tra gli stati membri vanno dalla fornitura di aiuti per la distribuzione di prodotti lattiero-caseari inclusi nei pasti delle mense, con la distribuzione di porzioni di formaggio o yogurt come dessert, parmigiano su un piatto di pasta fino alla mozzarella con insalata o con l’installazione di distributori self-service di latte; ma si assiste anche alla vendita a prezzo ridotto di latte al di fuori delle mense, o alla distribuzione gratuita di latte al di fuori delle mense.
L’Italia, che usufruisce solo di fondi Ue, distribuisce un valore medio di 2,2 milioni di euro l’anno, appena al di sotto della media Ue (pari a 2,6 milioni di euro l’anno).
In Italia il Programma “Latte nelle scuole” è gestito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, Università e Ricerca, con il Ministero della Salute, con l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, con le Regioni e Provincie autonome, con le Camere di commercio e con i sindaci dei Comuni interessati, coinvolgendo in media, ogni anno, 1,4 milioni di bambini delle scuole elementari.