L’Alveare che dice sì cambia il concetto di gruppo d’acquisto
Cresce “L’alveare che dice sì”. La startup che promuove un modo tutto nuovo di fare la spesa, e che festeggia oggi un anno di attività, in 12 mesi ha creato 113 Alveari nel Paese, con la concentrazione più alta in Lombardia.
Ad essere iscritti alla piattaforma sono 20.173 utenti e ogni mese vengono effettuati più di 2.500 ordini che permettono di valorizzare il mercato locale e a Km zero.
Fondata il 4 dicembre 2015 presso i locali dell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino, L’Alveare che dice Sì! unisce tecnologia e sharing economy per permettere una distribuzione efficiente dei prodotti locali tra agricoltori e consumatori.
Oltre alla Lombardia (32 Alveari, di cui 9 soltanto a Milano) gli Alveari sono presenti in Piemonte (24 Alveari, di cui 9 a Torino), Lazio (18, di cui 11 a Roma), Emilia Romagna (7), Veneto (7), Toscana (4), Puglia (4). Le Isole, Sardegna e Sicilia, contano 3 Alveari ciascuna, mentre Calabria e Liguria sono a 2. Umbria, Abruzzo, Marche e Trentino-Alto Adige hanno visto sorgere negli ultimi mesi il loro primo Alveare.
Gli utenti che si sono registrati alla piattaforma la utilizzano per vendere o comprare i prodotti a Km0: i produttori che partecipano al progetto sono 392, mentre il numero di consumatori che ha scelto di sostenerlo è pari a 19.781. Ogni mese, tramite la piattaforma www.alvearechedicesi.it vengono effettuati mediamente 2.532 ordini, il che permette ai produttori che aderiscono a L’Alveare che dice Sì! di vendere oltre 80.000 euro di prodotti a filiera corta.
«In un anno abbiamo percorso tanti chilometri con l’obiettivo di promuovere le realtà sociali, culinarie ed imprenditoriali delle diverse realtà locali e sviluppare una rete che metta al centro il valore, la sostenibilità e la genuinità dei prodotti a Km zero – spiega Eugenio Sapora, founder de L’Alveare che dice Sì! – Un successo costruito passo dopo passo anche con il primo tour de L’Alveare che dice Sì! che, con il supporto di Seeds&Chips, ci ha portato in giro per l’Italia a conoscere i produttori e a promuovere l’innovazione e il buon cibo in 6 città (Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari)».
Gli Alveari sono Gruppi di Acquisto 2.0 che permettono ai produttori locali presenti nel raggio di 250 km di unirsi e mettere in vendita online frutta, verdura, latticini, formaggi e molto altro, tutto a filiera corta. I consumatori che si registrano sul sito posso acquistare ciò che desiderano presso l’Alveare più vicino. Il ritiro dei prodotti avviene settimanalmente nel giorno della distribuzione organizzata dal gestore dell’Alveare, cioè colui che ha preso l’impegno di tenere il contatto con gli agricoltori: l’incontro tra agricoltori e consumatori può avvenire in luoghi diversi, dal bar al ristorante. L’intento è quello di permettere a produttori e consumatori di incontrarsi, semplificando la distribuzione di alimenti freschi, locali e di qualità, rivalutando il cibo e il suo ruolo nella promozione di uno stile di vita sano. Gli ordini si effettuano anche utilizzando l’app per smartphone sviluppata dalla startup che utilizza il sistema di geolocalizzazione per permettere agli utenti di vedere sulla mappa gli Alveari più vicini e permette di acquistare dai contadini e di ricevere aggiornamenti in tempo reale sull’apertura e la chiusura delle vendite del proprio Alveare.
Il progetto dell’Alveare ha origine in Francia nel 2011 col nome di “La ruche que dit oui”, e che nel paese transalpino ha ottenuto un enorme successo: ad oggi sono più di 650 gli Alveari presenti Oltralpe.