L’agricoltura si fa sempre più creativa
Da chi ha aperto le porte della propria azienda agli immigrati dedicando loro una speciale produzione di salumi preparati secondo regole halal e metodologia kosher, per le comunità musulmana ed ebraica, utilizzando pregiate carni di pecora e di capra, a chi ha sperimentato con successo la prima coltivazione di arachidi made in Italy, ora possibile con il surriscaldamento del Paese o creato un vero e proprio Eden di pregiati frutti tropicali, sfruttando a proprio favore i tanto temuti cambiamenti climatici. Da chi ha inventato la stravagante coltivazione su fondi di caffè, riutilizzando uno scarto tipicamente italiano che altrimenti sarebbe finito in discarica a chi ha invece coinvolto nell’intero ciclo produttivo persone con difficoltà di inserimento sociale o diversamente abili, donandogli dignità e gioia di vivere, ma anche offrendo in azienda diverse attività rivolte proprio a persone con problemi fisici e psicologici. L’agricoltura italiana è una nuova realtà fatta di tanti giovani imprenditori agricoli che, con esperienze curiose e innovative hanno trasformato le paure degli italiani per l’immigrazione, i cambiamenti climatici e le diversità in brillanti idee imprenditoriali destinate a cambiare il mercato del Made in Italy. Non è un caso che le immatricolazioni alle Facoltà di Agraria facciano registrare, con un +45 per cento, il piu’ alto tasso di crescita, in controtendenza al calo delle iscrizioni all’Università che si sono ridotte del 12,5 per cento in cinque anni, sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Swg secondo il quale il 38 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28 per cento) o fare l’impiegato in banca (26 per cento). La crescita di opportunità nel settore agricolo è dovuta al fatto che negli ultimi anni si sono sviluppati all’interno del settore nuovi mestieri con circa il 70 per cento delle imprese giovani che opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche fino agli agriasilo, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, agrigelati e addirittura agricosmetici.