La Tonda Gentile delle Langhe finisce in tribunale
Sembra destinata a passare attraverso vie giudiziarie la querelle legata alla Tonda Gentile delle Langhe.
E’ notizia di ieri, infatti, che il Ministero per le Politiche Agricole, in accordo con le Regioni, ha approvato il Registro nazionale delle varietà di piante da frutto, in cui tra le tipologie di nocciola è stata ufficialmente iscritta la “Tonda Gentile Langhe”.
Una decisione inaspettata, che ha fatto infuriare in molti, tra cui l’eurodeputato Alberto Cirio. “E’ l’esatto contrario di ciò su cui eravamo stati rassicurati. Nella primavera scorsa avevamo denunciato con forza che in questo registro il nome Langhe non poteva essere associato a una pianta, perché significava autorizzarne la coltivazione in tutta Italia, pure in Puglia o in Sardegna, e permettere di commercializzare le nocciole come “nocciole delle Langhe” quando con le nostre colline non avevano nulla a che fare. Se leggo Langhe penso a un prodotto che arriva da una precisa area geografica, e invece questi piantini potranno essere coltivati ovunque nel nostro Paese”.
Non basta. La beffa è doppia, se si tiene conto che “non solo abbiamo svenduto il nome Langhe al resto d’Italia, ma la follia è che non potremo usarlo noi, perché il disciplinare della Nocciola IGP Piemonte prevede l’uso della dicitura “Tonda Gentile Trilobata”.
Insomma, a quanto pare la dicitura tonda gentile delle Langhe potrà essere utilizzata senza problemi in tutta Italia a esclusione… delle Langhe.
La battaglia cominciata ieri da Cirio è proseguita oggi, con l’invio di una lettera ufficiale rivolta al Ministero per le Politiche Agricole, che ha approvato il Registro in accordo con le Regioni. La missiva, a firma dell’avvocato Roberto Ponzio su mandato del presidente dell’Unione Montana Alta Langa, Roberto Bodrito, del presidente dell’Unione Colline di Langa e del Barolo, Roberto Passone, di Marco Gabusi, presidente della Provincia di Asti, Marco Perosino, consigliere provinciale di Cuneo, e Flavio Borgna, presidente dell’Ente Fiera della Nocciola, chiede in forma di autotutela l’immediata modifica del Registro nazionale e l’eliminazione della denominazione “Tonda Gentile Langhe”, per impedire l’uso improprio del termine in altre parti d’Italia. Se la lettera non riceverà risposta, il territorio è disposto a proseguire la battaglia impugnando l’atto presso il TAR del Lazio.
“Non ci fermeremo – ha ribadito Alberto Cirio – perché è in gioco il nome Langhe: il brand più prezioso che abbiamo. Il viceministro Olivero ci ha spiegato che dato che in Olanda e Romania qualcuno sta cercando di “scipparlo” tanto vale rubarlo anche da Roma, lasciando che venga usato in tutta Italia. Argomentazioni risibili che il territorio non può accettare e che rischiano di compromettere il mio lavoro a Bruxelles. Mi domando con quale forza possa chiedere ai governi stranieri di cancellare la denominazione Langhe, sostenendo che è illegittima, quando l’ha appena inserita nel proprio Registro nazionale anche il governo italiano. Il Ministero deve eliminare la dicitura. Non ci sono altre strade”.