La legge per lo Zooprofilattico è questione di poltrone
La nuova legge regionale sul riordino dell’Istituto zooprofilattico è ancora bloccata in Commissione. La giunta regionale del Piemonte, con l’assessore Ugo Cavallera avrebbe chiuso l’accordo con le Regioni Liguria e Valle d’Aosta già prospettato qualche settimana fa confermando la scelta di ridurre il Consiglio di amministrazione a 4 membri (1 per il Piemonte, 1 per la Liguria, 1 per la Valle d’Aosta e 1 per il Ministero) ma spartendo le 2 cariche maggiori con la Liguria: il presidente dell’Istituto sarebbe così di nomina ligure (e del Pd), mentre il Direttore generale sarebbe nominato dalla Regione Piemonte, quindi dal centrodestra.Il Ddl è stato ritirato dalla Commissione sanità ma sarà presto ripresentato: l’assessore Cavallera ha intenzione di “di chiudere al più presto la partita” come ci ha comunicato attraverso il suo portavoce.
Ma la Lega non ci sta. Il problema per il Carroccio non è tanto a chi vada la presidenza o la Direzione generale, ma di quanti membri sia composto il Cda. Per Antonello Angeleri, consigliere che il partito ha delegato a seguire la questione, “il Cda deve essere di 5 membri e 2 devono essere del Piemonte. Con un accordo così non ci vuole nulla a cambiare poi le regole penalizzando il Piemonte. Basta un accordo tra Ministero e Liguria e il Piemonte è messo in un angolo. Invece va valorizzata la storia di questo istituto che è tutta torinese e piemontese”.
L’approvazione della legge sull’Istituto zooprofilattico non sarà quindi una passeggiata per la giunta Cota. È anche possibile che l’esame sia di nuovo bloccato in Commissione tra la posizione della Lega e il Pd che vuole l’abolizione del Consiglio di amministrazione e la presidenza dell’Istituto affidata direttamente all’assessore della regione più grande, cioè del Piemonte.
Tutto questo mentre la Liguria ha già approvato il testo concordato con il Piemonte, che è diventato legge regionale.
Ma l’urgenza di dare finalmente all’Istituto un Direttore generale (funzione oggi ricoperta dal Direttore sanitario Maria Caramelli), potrebbe anche indurre a separare le due questioni. Il Direttore generale potrebbe essere nominato in ogni caso, in attesa che si faccia la nuova legge. E su questa ipotesi la Lega sembra aprire una porta. “Possiamo anche dividere, per ora, la nomina del Direttore generale dall’approvazione della legge. Ma nel Cda il Piemonte dovrà avere un peso maggiore”.