Il Moscato Canelli cresce del 30% e punta alle 500mila bottiglie
Piccoli numeri, ma grandi ambizioni. La micro docg Moscato Canelli, giovane sottozona del Moscato d’Asti, ha registrato nel 2015 un aumento della produzione del 30% e punta alle 500mila bottiglie.
Prodotta nelle vigne più vocate di 23 Comuni tra il Sud Astigiano e il Cuneese, la docg Moscato Canelli conta appena 19 ettari e 124mila bottiglie lo scorso anno. Ma le prospettive sono più che rosee.
«In un anno l’incremento di produzione è stato del 30% e con la vendemmia 2016 l’idea è di raddoppiare – dice Beppe Bocchino, presidente dell’Associazione Produttori Moscato Canelli – superare le 500mila bottiglie e andare oltre solo con la produzione delle aziende dell’Associazione sembra non essere più solo un sogno».
Per i produttori dell’Associazione, il vero obiettivo «è un cammino ancor più qualificante e legato al territorio, per un Canelli docg, fatto da aziende che credono nella qualità, nella serietà e nell’origine del prodotto, più che nei semplici obiettivi numerici».
Si comincia dal coinvolgere sempre più produttori, piccoli e grandi, a credere in questa sfida. «La crescita di quest’anno – spiega l’Associazione – è dovuta alla rivendicazione della docg di quattro nuove e importanti aziende: sono Paolo Saracco e La Morandina, entrambi di Castiglione Tinella, Cà d Gal di Santo Stefano Belbo e Mario Torelli di Bubbio. Sale così a 17 il numero di aziende che producono il Moscato Canelli nella zona ad alta vocazione per la coltivazione dell’uva moscato bianco e “core zone” Unesco tutelata come Patrimonio dell’Umanità».
Proprio dalle colline del Moscato e dalle “cattedrali sotterranee” di Canelli, le meravigliose cantine storiche che corrono per chilometri sotto Canelli, dove da secoli si affina lo spumante, è partita la candidatura del patrimonio vitivinicolo all’Unesco. Il riconoscimento è arrivato a giugno 2014.
Il Moscato d’Asti Canelli è una denominazione giovane, il primo anno di produzione è la vendemmia 2011, ma i dati dell’export dicono che il 40% viene già consumata sui mercati esteri.
Le uve vengono spesso coltivate in vigneti “surì”, quell’eccellenza piemontese di filari eroici oltre i 165 metri di altitudine e ben esposti al sole ma con pendenze tali che richiedono lavorazioni manuali.
Intanto, la città in cui si identifica la docg si prepara alla ormai tradizionale lunga notte di brindisi dolci e non solo. Sabato 9 luglio è in programma la terza edizione di Moscato Canelli e i colori del vino, la manifestazione ideata e organizzata dall’Associazione Produttori Moscato di Canelli in collaborazione con l’Enoteca Regionale di Canelli e dell’Astesana, il Comune e la Pro loco Antico Borgo Villanuova.
La serata prevede un percorso a “stazioni” lungo la Sternia, il cuore antico della città. Si comincia alle 19. Dieci le tappe: in ciascuna si degusta un vino abbinato a un piatto tipico, sempre consigliato e proposto il Moscato Canelli.