Il 15 novembre alle 16 scatta l’era Fico, Bologna capitale del cibo
Con Fico la capitale italiana del cibo è Bologna. Torino perde il suo primato come era ampiamente prevedibile.
Apre il 15 novembre alle 16 la moderna “fabbrica italiana contadina”. È così l’acronimo di Fico Eataly World, il nuovo “luogo” del cibo italiano. A Bologna, negli spazi del mercato agroalimentare.
Centomila metri quadrati, fino a ieri inutilizzati e trasformati in quella che è stata definita “la Disneyland del cibo”. Nei fatti, un progetto che cerca soluzioni per il rilancio di un territorio, quello del capoluogo emiliano, da oggi nuova capitale del settore alimentare in Italia.
Oltre 120 milioni di investimento per un’iniziativa che attende sei milioni di visitatori e che è stata presentata oggi in preview alla stampa.
Per Oscar Farinetti il break even è fissato in 3 anni. “Già 3500 agenzie stanno occupandosi delle prenotazioni dei viaggi a Fico. L’obiettivo è che diventi una vera destination italiana, cioè che i turisti stranieri chiedano di andare a Venezia, Roma, Firenze e a Fico”, dice.
Dall’agricoltura e l’allevamento, passando per la fabbrica e la trasformazione, al prodotto finito e alla tavola: dentro FICO sono ospitate stalle, laboratori di lavorazione dei prodotti alimentari, negozi e showroom, ristoranti, spazi per eventi e sei “giostre”, dove grandi e piccoli possono imparare e fare esperienza.
“Un grande, immenso, contenitore dove si impara il cibo italiano, si parla di sostenibilità e buona alimentazione, si presentano le aziende del made in Italy, ci si forma sulla materia prima e sui segreti di come viene lavorata” ha spiegato Andrea Segrè, presidente della Fondazione FICO. Una Disneyland del cibo “perché questa è la formula di successo, quella che funziona” chiosa Oscar Farinetti, imprenditore piemontese e vera anima (anche economica) del progetto. Lui che nel 2007 ha fondato a Torino il primo e storico negozio di Eataly (marchio poi diffuso nel mondo) e che ora ha esportato “in grande” una formula di successo che incorona Bologna come nuovo punto di riferimento in Italia per il settore alimentare.
“Nel capoluogo emiliano – spiega lo stesso Farinetti – perché è la città europea che per prima ha colto la sfida. Non è un caso se qui è nata la prima università al mondo. E se qui c’è stata la capacità di guardare avanti. Un crocevia strategico, al centro del Mediterraneo”. Dall’idea al taglio del nastro ci sono voluti appena quattro anni. “Un record, che sfata il mito della infinita burocrazia italiana”, conclude Farinetti. Un potenziale successo. Che ora – dopo l’apertura ufficiale in calendario per il 15 novembre – spetterà al pubblico incoronare o bocciare.