Food delivery sotto accusa, “i riders non rispettano le norme igieniche”
Il food delivery a domicilio rispetta le regole igienico-sanitarie?
Se lo chiedono le procure con il plauso dell’OITA l’Osservatorio sul trasporto del cibo.
“Quello del cosiddetto del “food delivery” per molto tempo è sembrato operare in un universo parallelo con leggi proprie”, commenta Clara Ricozzi, presidente dell’Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti, commentando le notizie di stampa relativamente all’iniziativa in corso da parte della Procura di Milano che ha acceso un faro sul mondo della consegna conto terzi di piatti pronti a domicilio.
“La soddisfazione è parziale – spiega Ricozzi a margine del Convegno di Transfrigoroute International in corso a Napoli – perché tra i cinque ambiti presi in esame riconsiderando i fascicoli di volta in volta aperti su possibili violazioni legate al food delivery, quello che secondo noi dell’Osservatorio avrebbe meritato un’attenzione speciale, i problemi igienico-sanitari, sembra considerato un fattore residuale.”
OITA aveva da qualche tempo avviato un capitolo di ricerca sul food delivery, soprattutto quello effettuato conto terzi attraverso le cosiddette piattaforme. A preoccupare i ricercatori dell’Osservatorio era da una parte l’apparente mancanza, a cura delle piattaforme stesse, di addestramento e preparazione specifica dei riders riguardo le stringenti normative in vigore in Italia per il trasporto conto terzi di alimenti. Mancanza dedotta dal fatto che il quadro emerso da autorevoli indagini accademiche, anche dell’Università di Milano in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, sulla situazione dei riders, descrive una realtà in cui questi ultimi sono abbandonati a se stessi, privi persino delle conoscenze elementari sul Codice della Strada. D’altra parte, dalle stesse indagini emerge anche che i contenitori utilizzati per il trasporto sono di proprietà degli stessi riders, i quali è lecito attendersi non dispongano degli strumenti e del materiale necessario per la loro manutenzione e la pulizia, nonché delle informazioni pratiche per garantirla, come prescritto dalla normativa HACCP.
“Il fatto che la ricognizione della Procura riguardi anche eventuali dinamiche di caporalato non fa che aggravare la preoccupazione nostra e di tutti coloro che hanno interesse nella salute dei consumatori. Auspichiamo quindi – conclude il Presidente OITA – che il Governo intervenga urgentemente con un Decreto che una volta per tutte riaffermi che le regole per il trasporto degli alimenti esistono da tempo, ma soprattutto che individui in modo univoco le responsabilità dei controlli, oggi balcanizzata tra una pletora di Enti centrali e locali
ovviamente dopo una dichiarazione del genere farete igienizzare anche i carrelli della spesa dei supermercati che sono fuori con i topi, giusto furbacchioni?