Inaugurata la prima fabbrica di bioetanolo
A Crescentino, Vc, è stato inaugurata la prima fabbrica di bioetanolo ricavato dagli scarti agricoli e non dal cibo. L’impianto è stato realizzato dalla Beta Renewables, joint venture tra Biochemtex (società di ingegneria del gruppo Mossi & Ghisolfi), il fondo americano Texas Pacific Group e la danese Novozymes, leader della bio innovazione. Sorge sui terreni bonificati della ex Texid, la storica acciaieria che per decenni ha ammorbato l’aria di quelle zone ma che fu anche il principale posto di lavori per numerosi immigrati che ingrossarono il centro agricolo di Crescentino. Ora, l’impianto porterà un centinaio di posti di lavoro per una produzione innovativa che affonda le sue radici proprio nel contesto agricolo.
La scelta degli investitori è ricaduta proprio qui perché le risaie e i campi di mais forniscono una grande quantità di stocchi, paglia e lolla che sono la nuova materia prima per ricavare, appunto, il bioetanolo (75 milioni di litri l’anno) finora prodotto solo da “frutti” della terra e non da scarti agricoli. Occupare terre da sottrarre al cibo usando mais e canna da zucchero per produrre carburanti è considerata una delle aberrazioni del nostro sviluppo e questa pratica sta condizionando ormai non solo l’agricoltura brasiliana e americana ma anche quella padana, dove quote sempre maggiori di mais sono destinate al bioetanolo. È probabile che, d’ora in poi, cesserà la pratica dell’abbruciamento delle stoppi del riso, che negli ultimi decenni, ha caratterizzato il paesaggio risicolo piemontese da fine settembre a fine ottobre, con continui roghi di paglia e dense colonne di fumo nell’aria.