Expo, il Piemonte si muove ma senza esagerare
Stare dentro l’evento nazionale di Expo 2015 ma senza spendere soldi. O meglio, stanziando il minimo indispensabile.
Questa è la strada scelta dalla Regione che, con il Comune di Torino, le 8 Province piemontesi, un numero imprecisato di Atl, consorzi e associazioni di produttori o di filiera, si prepara a dirottare flussi di visitatori e momenti di visibilità dal capoluogo lombardo verso il Piemonte del cibo.
Uno slogan che piace tanto all’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero è «la cosa più straordinaria è che in Piemonte abbiamo l’ordinario». Come dire: «Milano deve inventarsi Expo, noi la nostra Expo sul cibo e sull’alimentazione ce l’abbiamo sempre».
«Non è il caso di organizzare eventi particolari – spiega meglio l’assessore – Proprio nei mesi tra maggio e ottobre, i mesi di Expo, in Piemonte sono normalmente programmate moltissime occasioni per fare avvicinare ai nostro prodotti enogastronomici e turistici i visitatori che saranno a Milano per Expo. Siamo una regione con un calendario ricchissimo di sagre e fiere, alcune antichissime. E poi abbiamo moltissime iniziative di promozione dei territori come le giornate delle cantine aperte, le giornate dedicate ai raccolti, alle transumanze, ai piatti tipici. Semmai dovremo lavorare perché i territori rendano sempre più fruibile quello che già fanno da tanto tempo».
In pratica, non ci sono soldi e quindi si fa con quello che c’è.
La Regione punterà sulla promozione di quel che c’è, più che sull’organizzazione di qualcosa di nuovo.
«Milioni di persone da tutto il mondo verranno in Italia, considerata la Mecca del cibo. Il tentativo sarà quello di fargli sapere dov’è il Piemonte, che come è noto ha l’ambizione di essere la Borgogna d’Italia».
Pacchetti turistici, quindi. Ma senza esagerare.
E la promozione della proverbiale cura torinese e piemontese per la sicurezza alimentare?
«In America e nel nord Europa non hanno la nostra cura per la qualità ed è per questo che hanno adesso attenzioni che per noi sono sempre state scontate. Noi abbiamo una cultura agroalimentare, un’identità che è già un pezzo importante di sicurezza alimentare. In Piemonte le nostre politiche per la qualità le abbiamo sempre fatte, semmai possiamo usare l’evento di Expo per farle conoscere meglio e soprattutto per fare conoscere meglio i nostri territori, dove la qualità è una tradizione. Anche perché Expo da sola non cambierà la mentalità delle persone. Per noi la vera Expo è fatto da occasioni come Terra Madre che sono appuntamenti fissi e non eventi spot come l’Esposizione universale».