Expo, il Piemonte gestirà lo spazio dedicato al riso del mondo
IL PIEMONTE gestirà il cluster del riso di Expo 2015, uno dei padiglioni più importanti di Expo al quale hanno già aderito oltre 60 Paesi. “Il riso prodotto nelle nostre province di Vercelli, Novara e, in piccola parte, di Alessandria, rappresenta il 55 per cento della produzione nazionale – spiega il presidente della Regione Roberto Cota – Non è un riconoscimento da poco per il Piemonte, e, riuscire a rappresentare al meglio tutto ciò che questo alimento rappresenta per l’alimentazione mondiale e per la nostra economia è un compito non da poco. Dovremo ospitare i Paesi del mondo che hanno le risaie ma il nostro obiettivo è rappresentare soprattutto le produzioni di qualità”. Il riferimento è quello caro ai risicoltori piemontesi e lombardi che da oltre 20 anni cercano di arginare l’invasione di risi lunghi orientali, estranei alla nostra cultura del riso (sono risi da contorno e non da risotti e minestre) e prodotti, troppo spesso, senza le stesse attenzioni per l’ambiente e il valore del lavoro sedimentati nell’economia agricola italiana ed europea.
A luglio, si è tenuto, a Pavia, il secondo incontro dei paesi partecipanti al cluster. Tra i grandi stati produttori, per ora, hanno firmato il contratto di partecipazione diversi Paesi asiatici, ma Cina e Giappone, per ora stanno partecipando solo in qualità di osservatori.
I “cluster” rappresentano un’importante innovazione per le Esposizioni Universali: sono spazi espositivi che riuniscono sotto lo stesso progetto architettonico più Paesi accomunati dalla produzione di alcune tipologie di cibo (caffè; riso; cacao; spezie; frutta e legumi; cereali vari e tuberi) o interessati a sviluppare tematiche specifiche legate all’alimentazione (bio mediterraneo; agricoltura e nutrizione nelle zone aride; isole, mare e cibo).
Il padiglione sarà allestito guardando al concept “Growth reflections”. Il cluster, ideato con la collaborazione del Politecnico di Milano, la Tongji University, (Shanghai, China) e la National University of Civil Engineering (Hanoi, Vietnam) appare come una risaia fuori scala in cui sono riconoscibili le “tessiture” dei campi, ma anche colori e profumi che accompagnano la crescita del riso. Le attrezzature mobili disposte in modo sparso nella struttura, che richiamano i tipici covoni che popolano le risaie, diventano tavoli, cucine, sedute, moduli espositivi, ma anche laboratori creativi per coinvolgere i visitatori.
Altro importante riconoscimento al Piemonte è la decisione di ospitare a Torino e alla Reggia di Venaria, dal 2 al 4 ottobre, l’International partecipants meeting, forse la più importante manifestazione del Paese ospitante che precede l’Esposizione Universale. Sarà presente, alla cena di gala alla Reggia, anche il presidente del Consiglio Enrico Letta.
Con la partecipazione di 700 delegati da tutto il mondo, il meeting servirà a fare il punto sull’organizzazione e sulle scelte di comunicazione del tema di Expo 2015: “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”.
Il problema è non trasformare l’Esposizione in una carnevalata di stand dove ogni Paese cerchi solo di promuovere se stesso. A questo proposito, sono state molto chiare le parole della presidente della Camera, Laura Boldrini, intervenuta la scorsa settimana a Milano all’iniziativa dell’Anci per agganciare i Comuni italiani all’Expo. “Questa manifestazione – ha detto – deve essere l’occasione per presentare un diverso modello di sviluppo. Per l’Italia si tratta di agganciare il tema della nutrizione alle potenzialità di un settore economico che ha enormi potenzialità di crescita legandosi al concetto del “buon vivere” italiano. Noi, però, dobbiamo mettere in campo politiche che limitino il consumo di suolo, dove si proponga un ritorno ad abitare i nostri centri storici, dove si realizzino meno superstrade e più piste ciclabili”.
E poi, un diverso modello di sviluppo per l’intera Umanità. “Il 2012 – ha aggiunto l’ex commissario Onu per i profughi – Per la sesta volta abbiamo mangiato più cibo di quanto ne sia stato prodotto. Vuol dire che abbiamo attinto alle riserve alimentari, mentre nel 2050 si dovranno sfamare 10 miliardi di persone. Di fronte a questo dato, è evidente che non possiamo continuare ad avere 870 milioni di sottonutriti contro un miliardo e mezzo di persone in sovrappeso e 500 milioni obese. Ogni anno, nel mondo abbiamo gli abitanti dei paesi ricchi che fanno i conti con la sovralimentazione mentre si buttano 89 milioni di tonnellate di alimenti. Solo in Italia, il cibo sprecato ammonta a 149 Kg pro capite. L’Expo dovrà essere anche uno stimolo per la politica a dare vita a una società nuova a partire da quella italiana”.