Embargo russo alla frutta, dall’Ue altri 165 milioni di aiuti
Di Stefano Bosco
Per contrastare l’embargo russo, dopo la prima tranche di aiuti stanziati dalla Commissione per tutta l’Unione Europea e non ritenuti adeguati da Coldiretti, arriva una seconda fase delle misure d’urgenza per l’ortofrutta, con un programma di 165 milioni di euro che tiene conto degli effettivi volumi esportati dai singoli paesi.
Oltre ad aver causato una crisi nei rapporti politici internazionali, l’embargo russo
ai prodotti agroalimentari europei, deciso lo scorso agosto dal Presidente della
Federazione Russa Vladimir Putin, ha comportato gravi danni economici per il
nostro paese, stimati intorno ai 200 milioni di euro all’anno.
Tra i comparti più colpiti quello ortofrutticolo che nel 2013 aveva raggiunto un giro d’affari legato all’export pari a 75 milioni di euro.
Ora arrivano i nuovi aiuti europei.
Una decisione accolta con ottimismo dalla Cia, Confederazione italiana agricoltori,
perché sblocca una situazione di incertezza e perché tiene conto dei volumi
di ortofrutta esportati in Russia dai singoli Stati membri negli ultimi tre anni,
garantendo così una distribuzione delle risorse più equa a sostegno delle imprese in
difficoltà.
Secondo la Cia, tuttavia, restano ancora irrisolte alcune spinose questioni.
Innanzitutto, il problema delle triangolazioni: sono molte infatti le reti italiane di
organizzazioni di produttori che esportano ortofrutta in altri Paesi per poi rivenderla
in Russia. L’embargo sta causando un danno doppio per le nostre aziende dal
momento che questa merce non viene considerata come prodotto italiano e non
rientra pertanto nella ridistribuzione delle risorse.
In secondo luogo, sostiene la Cia, c’è la necessità di risorse aggiuntive extra-
agricole, sul medio e lungo periodo, non solo per compensare le perdite subite
dal settore agroalimentare, ma anche per avviare una straordinaria campagna di
promozione delle produzioni europee, e italiane in particolare, in mercati aggiuntivi
a quello russo.
Questioni che dovranno necessariamente essere affrontate, tenendo conto che
l’Italia esporta in Russia prodotti agroalimentari per un valore di 700 milioni di euro,
di cui l’ortofrutta rappresenta oltre il 10 per cento.