Diffondere odori di cucina da oggi è reato
Da oggi, diffondere cattivi odori da cucina nel condominio è reato. Lo ha deciso la Corte di cassazione stabilendo un principio giuridico che ora sarà applicato da tutti i tribunali: diffondere odori forti di cucina nel condominio è equiparato al reato di “getto pericoloso di cose”.
I proprietari di un appartamento sono stati accusati dai vicini residenti al terzo piano di aver provocato continue immissioni di fumi, odori e rumori molesti dalla loro cucina. I difensori hanno provato a dimostrare che gli odori di cucina non hanno nulla a che fare con il getto di oggetti che possono fare male a qualcuno. In mancanza di una specifica fattispecie le “molestie olfattive” sono state così equiparate, per estensione del concetto, al getto pericoloso di cose, per i danni biologici (ansia, depressione) e materiali (costringere i colpiti a vendere la propria casa).
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La Cassazione ha quindi deciso che, come precisato più volte dalla giurisprudenza, la contravvenzione prevista dall’articolo 674 del Codice penale «è configurabile anche nel caso di molestie olfattive a prescindere dal soggetto emittente con la specificazione che quando non esiste una predeterminazione normativa dei limiti delle emissioni, si deve avere riguardo, al criterio della normale tollerabilità di cui all’articolo 844 del Codice civile».
Una sentenza che è destinata a acuire l’intolleranza generata dagli scontri tra le diverse culture gastronomiche che ormai convivono nei condomini di tutta Italia.
Cinesi accusati da marocchini di cucinare con troppi fritti; peruviani che accusano nigeriani per gli odori di cucina sconosciuti; indiani e cingalesi accusati di diffondere odori speziati nel cortile e nelle scale.
E su tutti, gli italiani, ancora scioccati dalla presenza di vicini dalle culture del cibo diverse dalle loro che avevano appena sotterrato l’ascia di guerra contro la vecchietta che cucina troppi cavoli o contro il piemontese che fa sempre la bagna cauda, e che ora sono coalizzati contro il diverso in cucina. Diverso, naturalmente, puzza sempre più del cibo di casa propria.
La vicenda è simile alle circa 70.000 cause intentate da condomini infastiditi dagli odori di cucina che fuoriescono dalle case dei vicini: un classico delle liti condominiali e argomento principe delle assemblee di condominio di ogni città. Ora gli avvocati avranno un’arma in più e forse i proprietari di casa dovranno fare molta attenzione al funzionamento dei sistemi di aspirazione dei fumi di cucina.