Confagricoltura spacca il fronte anti Ogm
Per la prima volta il mondo agricolo si spacca sugli Ogm. Finora c’era soltanto il grande e compatto fronte del No. Ma d’ora in poi non sarà più così.
L’iniziativa per sdoganare sementi e piante Hi-Tech è di Confagricoltura, che prova così a cavalcare una posizione che si sta diffondendo piano piano tra gli agricoltori più vicini all’industria alimentare.
Fino ad oggi un solo coltivatore, a Vivaro in Friuli, aveva seminato mais Ogm.
Lo aveva fatto più per provocazione, utilizzando un campetto da mezzo ettaro, ma, con la sua iniziativa, era riuscito a portare a casa il tentennamento della Regione Friuli Venezia Giulia e del governo italiano. Così, nessuna autorità aveva preso in tempo la decisione di distruggere la piantagione, tra proteste, denunce, mobilitazioni di ambientalisti e associazioni agricole anti Ogm.
Adesso invece una “Petizione pro mais transgenico Mon 810″ viene firmata da oltre 600 imprenditori agricoli del mantovano (associati, appunto, a Confagricoltura) e inviata alla Regione Lombardia.
Con questa mossa vogliono dare voca ai Sì Ogm per aprire “una discussione laica, senza ideologie”, e chiedono che nella ricerca sugli Ogm sia investito il sistema universitario pubblico. “ “Gli Ogm – ricordano – sono già nel nostro Paese. Il 90% della soia mangiata dai nostri animali è geneticamente modificata, come il 40% del mais”.