Anche il “Ciapinabò di Carignano” entra nel Paniere della Provincia
La Provincia allarga i prodotti del Paniere. Entrano nel marchio-ombrello dei prodotti tipici anche il “Caritôn” (o “Caritùn”) di Piobesi Torinese e Castagnole Piemonte e il “Ciapinabò di Carignano”. “Oggi – spiega Marco Balagna, Assessore provinciale all’Agricoltura ed al Turismo – per ognuna di quelle tipicità locali prodotti esiste un Consorzio di produttori, i quali si sono impegnati a seguire un rigoroso Disciplinare di produzione. E’ così anche per il Caritôn e per il Ciapinabò, ai cui diamo il benvenuto nel nostro marchio”.
I tubero importato dall’America e diffuso allo stato selvatico a partire dal ‘700 data ormai da alcuni anni l’interessamento di un gruppo di docenti universitari, imprenditori e dirigenti di un’azienda chimico-farmaceutica bulgara, che hanno dato vita al progetto “Topinambur in Bulgaria”. Nella città tedesca di Baden Baden, gemellata con Moncalieri, l’interesse per il Ciapinabò di Carignano ha portato invece all’ideazione del “Topiknollen”, un liquore distillato a base di Topinambur. Pur provenendo dalle regioni meridionali degli attuali Stati Uniti d’America, il Ciapinabò è coltivato da secoli in Piemonte. Oggi rappresenta una coltura alternativa di notevole interesse. Il tubero è utilizzato in diversi campi, dalla dietetica alla farmaceutica, dalla produzione di bioetanolo alla fertilizzazione dei terreni e, ovviamente, in molte preparazioni culinarie. In Piemonte viene tradizionalmente consumato crudo con la Bagna caôda, ma la fantasia dei carignanesi si è negli ultimi anni sbizzarrita in innumerevoli preparazioni ed abbinamenti, alla cui elaborazione hanno collaborato Slow Food ed l’Istituto Alberghiero “Norberto Bobbio” di Carignano. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: dai sughi per condire la pasta agli agnolotti al Ciapinabò, dalla purea alle insalate, dai Ciapinabò trifolati ai dolci al Ciapinabò.
La denominazione “Ciapinabò (Topinambur) di Carignano” è riservata ai tuberi freschi, secchi e trasformati di “Helianthus Tuberosus”, prodotti in un’area che comprende i Comuni di Carignano, Carmagnola, La Loggia, Lombriasco, Moncalieri, Osasio e Villastellone. I prodotti trasformati possono essere lavorati in stabilimenti fuori dell’area di produzione, ma comunque nel territorio della Provincia di Torino. La coltivazione del Topinambur o Ciapinabò comincia con l’apertura di un solco, su terreni sciolti, su cui vengono effettuate una prima concimazione, la pacciamatura con teli biodegradabili e la messa a dimora del tubero, con due germogli a 5-10 centimetri di profondità (1-5 tuberi al metro quadro). La messa a dimora viene effettuata normalmente a metà marzo. La raccolta avviene dal mese di ottobre in poi (all’appassimento dei fiori) e continua fino a di febbraio-marzo, a seconda delle condizioni climatiche e della possibilità di accedere ai campi.