Carne infetta spacciata per pregiata
Nuova operazione dei carabinieri di Nas che ha consentito di sgominare un illecita commercializzazione di bovini infetti con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata.
65 sono gli indagati per associazione a delinquere, 78 le perquisizioni effettuate dai Nas in 12 regioni d’Italia Piemonte compreso, con sequestri per oltre 4 milioni di euro.
Sono 78 i decreti di perquisizione e sequestro emessi dalla procura di Perugia, nell’ambito di un’indagine battezzata “Lio” scattata al termine di una complessa indagine che dal 2011 ha impegnato il Nas di Perugia.
La prima fase dell’indagine ha portato alla scoperta di un traffico illecito di bovini colpiti da malattie infettive, alcune delle quali trasmissibili all’uomo. Gli animali, nati in aziende dell’Italia meridionale e insulare, erano avviati alla macellazione grazie all’intermediazione di due aziende, una di Perugia, l’altra di Arezzo, con la collaborazione di allevatori e medici veterinari che riuscivano a eludere i controlli sanitari, facendo apparire sani i bovini.
Al termine di questa prima fase, all’inizio del 2013, sono state sequestrate quattro aziende agricole e 500 bovini, i quali sono stati abbattuti e distrutti; sequestri per un valore commerciale di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Nella seconda fase delle indagini, i militari hanno ricostruito minuziosamente la vasta organizzazione criminale in cui erano, a vario titolo, coinvolti 56 allevatori, 3 autotrasportatori, e sei medici veterinari delle Asl del Centro-Sud (Perugia, Arezzo L’Aquila, Foggia, Potenza e Matera), che con falsi passaporti e marche auricolari introducevano nel mercato bovini di razze ed età diversi da quelle certificate dai documenti. Sono in corso sequestri di allevamenti di bovini per un valore stimato di circa 2 milioni di euro.
Si tratta quindi dell’ennesimo caso di frode alimentare che colpisce la salute.
Dall’inizio della crisi, come riferisce la Coldiretti, è piu’ che raddoppiato, con un aumento del 119 per cento, il valore dei sequestri effettuati nel settore delle carni perché adulterate, contraffate o falsificate, per un totale che è salito a 112,2 milioni di euro nel 2013 con ben 1649 persone coinvolte.
“Con la crisi – sottolinea la Coldiretti – aumentano i rischi di frodi e sofisticazioni a tavola in Italia che puo’ contare su un efficace sistema di controllo che ha consentito di conquistare primati in Europa e nel mondo in termini di sicurezza alimentare. Un impegno a tutela dei consumatori ma anche, in questo caso, del lavoro degli allevatori italiani impegnati a salvare dall’estinzione 145.121 bovini di razze pregiate “Doc”, per i quali si è verificato un aumento record del 37 per cento dal 2000 secondo una analisi della Coldiretti. Dopo che avevano rischiato la scomparsa, con la crisi della mucca pazza nel 2000 si è verificata una decisa inversione di tendenza verso il recupero delle razze storiche italiane e la produzione di carne di alta qualità Con un valore superiore ai 17,2 miliardi di euro, l’allevamento italiano rappresenta poco meno del 35 per cento del valore dell’intera produzione del settore agricolo del Paese”.