Cambiare vita per una passione: “Faccio il birraio e sono felice”
La Birra Pasturana, porta il nome del paese vicino a Novi ligure dove Sandro Merlano la produce con i suoi soci. Ma questo marchio artigianale non è solo il frutto di un legame con la terra. La storia della Birra Pasturana è soprattutto il frutto di una scelta di vita, di una conversione alla lentezza e al vivere secondo passione.
E proprio a proposito di passione, prossimamente ci sarà anche la birra No Tav, perché Sandro Merlano, è di Susa, e come la maggior parte dei valsusini è contrario alla Torino-Lione, “un’opera inutile”.
Proprio in valle di Susa, il nome di Merlano è ancora legato a una delle manifestazioni più popolari della zona, nata come una festa ma anche con aspetti culturali legati al prodotto e diventata con il tempo una delle rassegne più importanti della provincia di Torino: la BierFest di Susa. Merlano l’ha organizzata con la Pro Susa per la prima volta nel 1988 con un format di sua invenzione, poi dopo tre edizioni ha abbandonato perché a suo avviso si era virati verso aspetti troppo commerciali. E piano piano ha cambiato vita, sposando la birra, passando anche attraverso la creazione di importanti pub e locali della Valle .
“Allora facevo l’assicuratore – ci ha raccontato Sandro Merlano in mezzo alle sue birre – Avevo un’agenzia a Susa e successivamente ad Avigliana, messe in piedi per continuare un’attività che era già di mio padre. Però avevo la passione della birra e della collezione di lattine. La collezione è talmente cresciuta che sono diventato uno dei più grandi collezionisti d’Europa”.
A metà degli anni ’90 la vita di Sandro cambia rotta. “Conosco la mia seconda moglie, che è di Pasturana. Vengo a vivere qui, in provincia di Alessandria, in un paese che mi ha subito accolto benissimo. Qui ho iniziato a organizzare raduni di collezionisti di lattine di birra e ho preso in affitto un capannone per farne il museo della mia collezione. E qui sono riuscito a realizzare il mio vecchio sogno”.
Il vero, vecchio sogno di Sandro, è vivere con la birra, producendola con una sua etichetta. Ma ci arriva per gradi. Nel 2000 inaugura il capannone con il museo. Nel 2003 parte la prima fiera nazionale delle birre artigianali: “Artebirra Pasturana”, che fa circolare il nome di un paese che fino ad allora era quasi sconosciuto. E la stessa Amministrazione comunale con la Pro Loco capisce subito il grande valore delle intuizioni di Sandro. Nasce anche un’associazione di appassionati di birre, la “Confraternita della Grande Schiuma”, che arriva a contare 200 soci.
“Da un gruppo di 5 soci della Confraternita nasce il birrificio. Ci mettiamo insieme con l’idea di provare a fare la nostra birra. Nei locali del Museo iniziamo a saldare le vasche di cottura, prepariamo i diversi ambienti e tutti i macchinari. Nell’aprile del 2004 nasce la prima birra, grazie soprattutto a un mastro birraio che poi è andato a creare un suo birrificio a Genova. Abbiamo provato e riprovato, ci sono stati anche molti insuccessi, ma la passione era più forte di tutto: volevamo produrre la nostra birra”.
Così, nel 2008 il birrificio è pronto. Ma bisogna rinviare tutto al 2009, perché è necessario un anno solo per gli adempimenti burocratici legati alle accise sui prodotti alcolici. “Ho voluto dare all’etichetta il nome di questo paese che mi ha accolto e che ha reso possibile tutto questo”. I soci sono tutti residenti a Pasturana: Sandro, Simone Sparaggio che è il versatile e preciso birraio, Pierluigi Meloncelli che ha costruito la sala cottura, Stefano Becchi instancabile factotum, Cristiano Laguzzi addetto alla burocrazia e legale rappresentante.