Boom sagre: gli italiani riscoprono le feste del cibo
Il 49 % circa della popolazione italiana partecipa, almeno una volta all’anno, ad una sagra o a una festa di paese, con un picco nei mesi autunnali quando la proposta è molto variegata e comprende prelibatezze come l’uva, i funghi, le castagne, le mele e i tartufi.E’ quanto rivela uno studio della Coldiretti/Ixe’ da cui emerge un prepotente ritorno del popolo da sagra.
Ma quali sono le motivazioni di questa tendenza? Innanzitutto una motivazione economica: le sagre vengono vissute come alternativa low cost ai viaggi, frenati dalla crisi e dalla paura delle guerre. Un visitatore su cinque, infatti, non spende nemmeno un euro mentre per gli altri la spesa rimane sempre sotto i 30 euro. La necessità di contenere le spese si combina poi con il bisogno, sempre più forte, di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali. Un ritorno alle origini e alla riscoperta di sapori spesso dimenticati nell’era della globalizzazione enogastronomica. A questi fattori si aggiunge anche l’eccezionalità di un anno come quello che stiamo vivendo, che vanta una produzione ottima per quantità e qualità di moltissime specialità tra cui i funghi e il tartufo, le cui prime quotazioni sono abbordabili per tutti come non avveniva da tempo.
Un boom del turismo di sagre che comporta, di conseguenza, anche un incremento verticale delle offerte, con il rischio di alcune improvvisazioni poco piacevoli. Per questo, bisogna sempre stare attenti e verificare la congruità del “cibo festeggiato” con la realtà produttiva del territorio anche con un occhio alla stagionalità, le garanzie offerte dalla partecipazione delle Istituzioni, dai Comuni alle Parrocchie fino alle organizzazioni di rappresentanza e il coinvolgimento nell’iniziativa di operatori economici locali, dai ristoratori agli agricoltori.