Bologna, la Disneyland del cibo apre nell’estate 2017
Pian piano nel Centro agroalimentare di Bologna prende corpo Fico, Fabbrica italiana contadina, la Disneyland del cibo nata dall’intuizione dei vertici del Centro agroalimentare e di Oscar Farinetti. Dopo aver preso il testimone da Expo, come parco di educazione alimentare e cittadella di rappresentanza del buon mangiare italiano Fico avrebbe dovuto aprire i battenti nel 2016 (la prima ipotesi era maggio 2015). Invece, a aprile è stata la vicina Nuova area mercatale, mentre per la più complessa Fico bisognerà aspettare fino all’estate 2017.
Oggi gli 80.000 metri quadrati di superficie degli ex mercati generali realizzati nel 2002 e oggi trasferiti a fianco, in un’area più piccola, stanno prendendo corpo per ospitare un parco divertimenti che si baserà tutto sul cibo e sull’outlet alimentare.
Per realizzarlo si arriverà ad investire oltre 150 milioni di euro, in parte raccolti da un fondo di investimento, Parchi agroalimentari italiani, gestito da Prelios, la società di gestione risparmio specializzata nel settore immobiliare guidata da Paolo Scordino. A Parchi agroalimentari, presieduto da Andrea Segrè, stanno aderendo diversi ordini professionali che si occupano di alimentazione (biologi, medici etc.). Il fondo parchi agroalimentari italiani è quindi il soggetto proprietario che costruisce Fico ma all’operazione partecipano con il 40% il Caab di Bologna che mette 55 milioni in superfici e strutture, la Coop emiliano-romagnola e del Nord Est, oggi fuse in Coop Alleanza 3.0 ed Eataly che gestirà Fico tutti i giorni, sia la parte di educazione alimentare che la parte dedicata alla vendita dei prodotti.
Il business plan di Fico parla di un fatturato possibile di 80 milioni l’anno con 6 milioni di visitatori previsti, anche se queste stime partivano dall’assunto che sarebbe stato inaugurato in concomitanza con Expo intercettando una parte del pubblico dell’esposizione universale. Ma, anche se aprirà due anni dopo Fico punta ad intercettare un pubblico molto ampio.
Per prima cosa il pubblico del bacino dell’Emilia Romagna e del Nord Italia, compresi i turisti in viaggio per la riviera romagnola; ma si punta anche al vasto turismo enogastronomico europeo, quello che viene in Italia per mangiare e bere bene o quello che potrebbe scegliere l’Italia anche perché c’è Fico.
La cittadella dell’esperienza alimentare saranno presenti 10.000 metri quadrati di campi e allevamenti dimostrativi, quasi altrettanti di mercato e botteghe, 40 laboratori di trasformazione, 18 ristoranti, una decina di aule per la didattica e la formazione e 4.000 metri quadrati di padiglioni per eventi, iniziative culturali e didattiche legate al cibo.
La Fabbrica italiana contadina è realizzata sull’area lasciata libera dal Caab perché si faceva ormai fatica a riempirla e perché con le sue capriate in legno comportava alti costi di manutenzione. Si tratta, quindi, non di una edificazione ma di una riconversione senza consumo di suolo. Anzi, in questi giorni si lavora soprattutto per rimuovere cemento e fare spazio a campi da coltiva a scopo dimostrativo. La struttura sarà alimentata dal più grande impianto fotovoltaico su tetto d’Europa, realizzato dal Caab sull’area mercatale.
Sarà possibile visitare campi e stalle che rappresentano le principali cultivar dell’agricoltura italiana e le razze animali autoctone. Nel mercato saranno in vendita prodotti alimentari, mentre nelle botteghe gastronomiche e nei ristoranti si potranno degustare le produzioni delle Fabbriche Contadine artigianali, cioè i laboratori di produzione dal vivo. Nelle aree temporanee si alterneranno operatori con offerte territoriali e stagionali, ed alcuni spazi saranno dedicati a prodotti non alimentari correlati alla natura, alla cucina e allo stile italiano.
Il parco raccoglierà l’eredità dell’esposizione universale anche dal punto di vista dei contenuti, della didattica e delle forme di narrazione del cibo, con eventi, corsi, iniziative culturali e padiglioni multimediali tematici che racconteranno il rapporto dell’uomo con i principali prodotti e scoperte relativi al mondo dell’agroalimentare.
La selezione delle aziende presenti a Fico è affidata a Eataly.
A rappresentare il mondo della carne, delle uova e del pesce a Fico, saranno il Prosciutto di Parma di Ruliano; i salumi calabresi di Madeo; i salumi di cinta senese di Savigni; la mortadella di Bologna dell’omonimo Consorzio; i salumi della Bassa parmense di Antica Ardenga; la carne di Zivieri e de La Granda; le uova di Eurovo; il pesce di LPA Group.
La filiera lattiero-casearia sarà rappresentata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e quello del Grana Padano, da Granarolo e dai formaggi freschi di Mambelli. Il mondo deicereali sarà visibile con la semola, di Selezione Casillo, e per la farina, del Forno di Calzolari, che produrrà anche pane e prodotti da forno; per la pasta secca all’uovo della Campofilone, la pasta fresca della start up Sfogliamo, la pasta di Gragnano del Pastificio Di Martino, il riso di Grandi Riso. La filiera ortofrutta e conserve vedrà
protagonisti la frutta in barattolo di Roboqbo, le patate di Pizzoli, i tartufi Urbani, le spezie di Elika, i sughi della Dispensa di Amerigo. Vino, birra e olio saranno prodotti da Cevico per il vino, Baladin per la birra e Roi per l’olio. Il mondo dei dolci sarà rappresentata dal cioccolato di Venchi, il gelato Carpigiani, il miele Conapi, il caffè Lavazza, i confetti William Di Carlo, le caramelle Fallani, la liquerizia Amarelli, la pasticceria Palazzolo, il panettone Balocco.
Tra le imprese coinvolte nella realizzazione del parco bolognese ci sono anche i più prestigiosi produttori di macchinari e attrezzature di lavorazione per gli alimenti: Alfa Laval, Travaglini, Magnabosco Group, Adriatic Sea, Partisani e IFI. Mentre la realizzazione delle aree esterne con campi e allevamenti è stata affidata a Il Raccolto.
Con la supervisione e la direzione artistica dello chef Massimo Bottura, è in corso la selezione dei gestori dei punti ristoro, tra ristoranti tematici e chioschi di street food.