Appendino vuole Torino vegana
EDITORIALE
La nuova sindaca, Chiara Appendino, vuole fare diventare vegani i torinesi.
È scritto nero su bianco nel programma votato nella prima riunione del nuovo consiglio comunale a maggioranza grillina al capitolo ambiente, settore che è seguito dall’assessora Stefania Giannuzzi.
Così, il veganesimo entra per la prima volta in un programma politico di consigliatura comunale. E succede a Torino, il capoluogo di quel Piemonte che è uno dei territori al mondo dove è più radicata la cultura gastronomica della carne, del formaggio e delle uova.
L’intento di trasformare la città del bollito e del vitello tonnato, della toma e dei tomini nella metropoli del tofu e del seitan è contenuto in un programma fitto fitto di oltre 60 pagine che comprende una parte ambientale dove il tema preponderante è la penetrazione della cultura animalista nella società.
È stato un po’ un fulmine a ciel sereno perché si sapeva che il Movimento 5 Stelle è contro la vivisezione e contro la caccia ma la maggioranza dei supi elettori non sapeva che volesse adottare il vegetarianesimo vegano come pratica da diffondere nelle mense scolastiche, nelle mense per i dipendenti pubblici, nelle manifestazioni turistiche, come sembra lasciare intendere il programma di Appendino.
E ora c’è chi prevede che da Torino possa prendere le mosse un colpo di stato alimentare: la minoranza vegana che dopo avere conquistato il cuore del MoVimento impone a suon di delibere il suo credo alimentare.
Nel programma è scritto che la nuova amministrazione si adopererà per la
“promozione della dieta vegetariana e vegana sul territorio comunale, come
atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente, la salute e gli animali attraverso interventi di sensibilizzazione sul territorio”.
Ma anche che sarà cura dell’amministrazione “Istituire progetti didattici nelle scuole sulla tutela, sul rispetto degli animali e sulla corretta alimentazione in collaborazione con le associazioni
animaliste, medici nutrizionisti, organi di polizia ed esperti di settore”.
Chissà se assisteremo a una deriva con gli “esperti” animalisti che nelle classi a umiliare il bambino che osi dichiarare di apprezzare il panino al prosciutto preparato con amore dalla mamma colpevolmente e irresponsabilmente onnivora. E chissà se arriveremo ad assistere al pattugliamento di speciali ronde di volontari animalisti legittimate dal Comune a catechizzare quei torinesi che passano la domenica nei parchi cittadini a organizzare grigliate. Tutti sviluppi possibili quando si dà a gruppi di minoranza animati da passioni focose un ruolo pubblico, dei fondi pubblici e un appoggio politico così incondizionato e, probabilmente, non troppo ponderato. Insomma il sogno dell’elite alimentare più agguerrita del momento si sta avverando grazie alla mite Chiara Appendino. Finalmente possono avere campo libero nelle scuole. E chissà che per molti di loro non sia solo il primo passo: partire da Torino come manipolo alleato dei Grillini, per marciare su Roma e prendere il potere alimentare sugli italiani… con le prossime elezioni.
“Tutti sviluppi possibili quando si dà a gruppi di minoranza animati da passioni focose un ruolo pubblico” Fatti una bella rosicata, Borgia!
” E chissà se arriveremo ad assistere al pattugliamento di speciali ronde di volontari animalisti legittimate dal Comune a catechizzare quei torinesi che passano la domenica nei parchi cittadini a organizzare grigliate”
E chissà se atterreranno gli ufo! Se solo mia nonna avesse avuto le ali! Altro che Ryanair!
Bnché io non abbia votato per la sindaca Appendono condivido il suo programma sull’alimentazione ed una nuova cultura rispettosa degli animali e dell’ambiente. La carne non è così salutare.
Mi auguro di cuore che questa civiltà arrivi sino a Roma