Api Torino, Forconi? “Per noi danno enorme”
“Per il settore alimentare le proteste dei Forconi sono state un vero disastro”. Per Corrado Alberto, responsabile alimentaristi di Api Torino e una ditta a Caselle che produce caffè e cioccolata, i blocchi dei Forconi hanno quasi messo in ginocchio un intero settore industriale.
I danni non sono ancora quantificabili, ma le mancate vendite nei negozi costretti alla chiusura si trasformeranno inevitabilmente in mancati ordini per i mesi successivi. Il danno, quindi non è solo per il commercio, ma anche per produzione e trasporto.
“I commercianti si sono trovati in mezzo a una protesta che non gli apparteneva e sono stati costretti ad aderirvi. Altro che chiusure spontanee, le serrande sono state abbassate dalle intimidazioni: questo è quello che mi hanno riferito i clienti. Il danno maggiore per l’industria alimentare è dovuto al mancato smaltimento delle confezioni di prodotti tipici da regalo o da cestino natalizio. Vasetti, bottigliette, scatole sono rimasti sugli scaffali e ora bisognerà vedere se il commercio al dettaglio riuscirà a venderli in tempo per le Feste”.
Di solito i giorni che seguono il ponte dell’Immacolata sono i più proficui per le vendite natalizie. Dopo la breve vacanza prende la fretta dei regali. Oggi, con i blocchi sciolti, in giro non c’è la ressa per gli acquisti.
E gli imprenditori sono preoccupati. Anche se, pure loro, hanno sempre chiesto al governo di abbassare le tasse.
“Le ragioni erano condivisibili. Ma bisogna vedere con quali modalità si sceglie di protestare. Non si possono criticare i politici perché non rispettano le regole e poi essere i primi ad infrangerle con l’illegalità e la violenza. Non è possibile che 20 persone blocchino furgoni di ditte che stanno distribuendo merci e la gente che va a lavorare. Questa è stata solo una rabbia scomposta, senza proposte. Noi abbiamo sempre chiesto per primi che la politica faccia gli interessi del Paese, ma quello che è successo non ha fatto bene né alle imprese né agli interessi del Paese. Se si decide di manifestare lo si fa dentro il quadro delle regole garantite dalla legge”.