Agricoltura geotermica, la Tunisia all’avanguardia
14 imprese impegnate che garantiscono lavoro a circa 2.500 persone, di cui l’80% donne, con un potenziale di 10-15 lavoratori per ogni ettaro.
Una varietà di primizie fuori stagione coltivate in serra ed esportabili in pieno inverno che varia dai pomodori ai peperoni, dalle zucchine alle melanzane, dai meloni ai cetrioli, per una produzione complessiva di circa 24 mila tonnellate, metà delle quali destinate all’estero in Europa e in Medio Oriente.
Sono questi i numeri del comparto dell’agricoltura geotermica in serra in Tunisia, che sta sempre più sviluppandosi e organizzandosi in modo strutturato.
Nello specifico, la zona principalmente interessata è il Governatorato di Gabès, a circa 400 km dalla capitale Tunisi, importante punto di collegamento commerciale tra il sud-est tunisino, il resto del Paese e l’Europa continentale. Si tratta dell’unica oasi costiera al mondo, un centro produttivo di fama nazionale e internazionale per l’industria chimica, la trasformazione delle materie prime, l’agricoltura geotermica e la floricoltura, ma anche per il turismo termale e l’idroterapia.
In questo contesto sorge il Pol.i.tech-Gabès, il Parco scientifico tunisino specializzato nel settore chimico e pioniere delle ecotecnologie applicate all’industria.
Nato nel 2010 per favorire lo sviluppo economico e industriale del territorio, ha l’obiettivo di attrarre investimenti, supportare l’insediamento di imprese nazionali e straniere, incoraggiare il partenariato pubblico-privato e accompagnare la formazione e l’innovazione tecnologica mettendo in rete a livello nazionale e internazionale l’università, i centri di ricerca e l’industria.
Tra i principali settori di intervento del Parco c’è proprio l’agro – alimentare geotermico, anche attraverso l’istituzione del cluster “Primizie del sud”, dedicato a supportare lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse geotermiche in ambito agricolo.
Pol.i.tech-Gabès è un partner strategico per le aziende straniere, a cominciare da quelle italiane, che desiderano investire in questo Paese in continuo sviluppo ed entrare in contatto in modo diretto con il tessuto istituzionale e imprenditoriale, per sviluppare iniziative commerciali, industriali e joint venture destinate al mercato locale ed internazionale. Fornisce, infatti, uno “sportello unico” a supporto dell’insediamento e per la semplificazione e integrazione delle procedure tecniche e amministrative per l’investimento. Dall’analisi di mercato alla ricerca di risorse, manodopera qualificata, partner industriali, commerciali e finanziari, oltre a servizi di consulenza legale e fiscale, logistica, formazione, analisi e collaudo.
E proprio dall’Italia è arrivato un importante contributo alla crescita del Parco e delle sue aziende. Un’associazione temporanea di imprese, che comprende anche i Parchi tecnologici piemontesi Environment Park di Torino e Bioindustry Park di Ivrea, stanno infatti partecipando a una missione finalizzata ad accompagnare i Cluster tecnologici tunisini (oltre a quello di Gabes, anche il Polo tessile, quello della meccatronica e quello della chimica) nel loro percorso di sviluppo attraverso un trasferimento di competenze in ambito di strategie gestionali, finanziarie ed economiche.