A Torino un ente certificatore di cibo Halal
Nascerà presto nel capoluogo piemontese, come spin off dell’Università degli Studi di Torino, il primo ente torinese, e uno dei primi italiani, che avrà il compito di certificare i cibi halal delle aziende italiane, con l’obiettivo finale di esportarli nei paesi islamici. A renderlo noto è Paolo Biancone, Professore di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Torino, docente di finanza islamica e responsabile dell’Osservatorio di Finanza Islamica.
“In Italia gli enti certificatori sono pochi e a Torino sarà il primo. Il suo compito sarà quello di guidare le nostre aziende verso un mercato ancora poco conosciuto ma dalle potenzialità enormi”, spiega Biancone. Basti pensare che i musulmani che consumano cibo halal, (il cibo cioè considerato lecito secondo le leggi del Corano), sono 1 miliardo e mezzo in tutto il mondo. Non solo nei paesi del Golfo ma, soprattutto, nel continente Asiatico – Iran, Turchia, Indonesia e Pakistan, solo per citarne alcuni – dove è concentrato il 60% di potenziali consumatori.
“Nei grandi alberghi di questi paesi la richiesta di cibo italiano, così come di quello francese, è altissima. Ma se i nostri cugini d’oltralpe hanno compreso pienamente il business, non si può dire lo stesso di noi. Di fronte ad alcune realtà che già da anni esportano nei paesi musulmani, basti pensare a prodotti come il prosciutto di vitello o l’ambitissimo succo di frutta spumantizzato, c’è una maggioranza che necessita di una guida”.
Avere un ente certificatore di riferimento, accreditato da diversi paesi, diventa quindi strategicamente fondamentale. Anche perché i paesi musulmani non si affidano tutti al medesimo certificatore e, inoltre, le regole per ottenere un cibo halal non sono così semplici come si può pensare.
“Oltre ad aspetti conosciuti da tutti come il divieto di carne di maiale e di alcool, ci sono aspetti più complessi che riguardano l’abbattimento degli animali, rigorosamente per dissanguamento, e le contaminazioni. Per fare un esempio il pesce d’allevamento è a rischio, perché potrebbe aver ingerito scarti come ad esempio carne di maiale”.
Torino può diventare, anche in questo caso, una guida, non solo nell’agroalimentare ma anche in altri settori come, per esempio, il farmaceutico e quello della moda. Proprio in questi giorni Biancone è impegnato nella spedizione piemontese, a cui ha partecipato anche la sindaca Chiara Appendino, al Global Islamic Economy Summit di Dubai. Un’occasione per consolidare i rapporti e, soprattutto, per lanciare il Turin Islamic Economic Forum che si terrà a Torino i prossimi 6 e 7 marzo.