Assemblea Teatro porta in scena il risotto
C’è il riso e c’è la vita grama del lavoro in risaia in “Senza mai levar la schiena. Parole e canti dalla risaia”, lo spettacolo di Assemblea Teatro, in programma il 28 e il 29 gennaio alle ore 21.00 al Teatro Agnelli di Via Paolo Sarpi 111 a Torino.
Uno spettacolo che narra la fatica, le lotte, l’emancipazione generate dall’occupazione stagionale delle mondine. Uno spettacolo che mescola racconto e canto ma anche rumori e odori di cucina.
“Mentre il racconto si dipana con la sua trama io cucino un risotto direttamente in palcoscenico – ha spiegato Renzo Sicco, anima di Assemblea Teatro e regista di “Senza mai levar la schiena – Poi, al termine, per chi vorrà, sarà possibile assaggiarne un po’. L’importante, però, è che la materia prima riso e la cultura gastronomica che c’è dietro si sposino con la cultura della risaia che ha rappresentato moltissimo per il nostro Paese. Le lotte delle mondine hanno accresciuto la presa di coscienza dei lavoratori riguardo ai diritti e alla giustizia sociale”.
Il testo è di Laura Pariani con Manuela Massarenti. I canti delle mondine sono stati recuperati anche con le tante modulazioni e le abilità corali di cui erano capaci le file di donne chine sotto il sole di giugno a trapiantare e togliere erbacce. Sono eseguiti dal vivo da Valeria Benigni, Paola Lombardo, Betti Zambruno.
In scena Laura Pariani ricostruisce così storie di donne e risaie, di emigrazione e lavoro. Insieme a Betti Zambruno e alle Trobairitz d’Oc, Manuela Massarenti attende un risotto fumante narrando una vita come tante nel Piemonte del ‘900. La monda, il Fascismo, la guerra e la fuga dai campi, gli anni ’50 e il nord Europa per trovare il lavoro che in Italia mancava. Uno spettacolo che segue i tempi di preparazione di un risotto e che attraverso i profumi conduce lo spettatore nella realtà della storia.
Intorno ad un tavolo, un breve momento di ristoro, si trasforma in una rincorsa di parole, una storia che inizia nel lontano 1914, che passa attraverso il Ventennio, le risaie, la povertà del dopoguerra e l’emigrazione.
Nives si racconta così, di fronte ad un piatto di riso, cotto alla piemontese, con un bel bicchiere di vino “…perché il riso nasce nell’acqua ma muore nel vino!…”, parla di sé, e così, della sua Italia.
Poi, si narra il tempo dell’addio alla risaia, con l’arrivo della meccanizzazione. E la scoperta dell’emigrazione: in Svizzera, dove gli italiani facevano la vita delle bestie. “Come succede oggi a chi arriva con i barconi. Gente che è come eravamo noi quando eravamo migranti”.
Attraverso la narrazione della storia del lavoro in risaia si vuole anche “valorizzare il risotto Made in Italy, che è minacciato dai risi che arrivano dall’Asia, venduti a prezzi più bassi ma che non vanno bene per assorbire il condimento e mantecare”.
Non a caso è uno spettacolo teatrale sponsorizzato da una celebre marca di riso: “Il buon riso”, che, tra l’altro ha lo stabilimento proprio nel quartiere del teatro. Buon riso coglierà l’occasione per proporre agli spettatori le sue nuove gallette di riso, adatte anche ai celiaci.
Per Assemblea Teatro si tratta di proseguire nel solco della tradizione del teatro militante. Per Renzo Sicco, si tratta di non fare scuocere il risotto davanti a tutti. “La cucina mi ha sempre appassionato. Da ragazzo ho lavorato in un ristorante di una zia e per me fare da mangiare è sempre rimasta una vera passione, e una specie di possibile uscita di sicurezza nel caso il teatro fosse andato male”.
Per Assemblea Teatro è il secondo spettacolo sul cibo. Il lavoro precedente, “Afrodita e le ricette immorali” era dedicato a Isabel Allende e Manuel Vazquez Montalban.
Ingresso up to you a 4-6-8 euro.