Arriva la mela stregata Ogm, “un attentato alla produzione italiana”
Potrebbe arrivare da oltre Oceano la prima mela geneticamente modificata.
Una mela che non si ossida e mantiene l’aspetto sempre fresco una volta tagliata a fette.
Il nuovo frutto biotech non riguarda l’agricoltura italiana, visto che da noi si è fatta la scelta di non coltivare biotech. Ma la “mela stregata” potrebbe arrivare sulle bancarelle europee e sfuggire alla tracciabilità.
L’annuncio della richiesta di commercializzazione è arrivata dall’azienda canadese Okanagan Specialty Fruits della Arctic Apple.
Non si tratta di una sola varietà ma di una modifica di varietà diverse. Le prime varietà ad arrivare sul mercato dovrebbero essere le Golden Delicious e le Granny Smith: che sono state manipolate geneticamente con l’inserimento di un gene “anti-macchia”.
Se per l’azienda produttrice si tratta di una scoperta rivoluzionaria perché consente di allungare la scadenza delle confezioni di frutta già sbucciate e porzionate, a preoccupare i coltivatori è il fatto che l’arrivo di questo frutto innaturalmente “a prova di macchie” possa alterare la percezione di semplicità e salute che da sempre accompagna le mele. Una preoccupazione che riguarda soprattutto l’Italia che è il primo produttore europeo di mele con circa 70mila ettari coltivati e oltre 2 milioni di tonnellate di produzione di cui gran parte ha avuto il riconoscimento comunitario come indicazione geografica protetta (Igp) o denominazione di origine protetta (Dop).
Produzioni come la mela della Val di Non (Dop), mela della Valtellina (Igp), la mela dell’Alto Adige (Igp) la Melannurca campana (Igp) e la mela di Cuneo (Igp) che fondano il proprio successo sulla loro distintività: il contrario dell’omologazione causata dagli Ogm.
“Nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico, dalle patate fritte superesistenti ai parassiti fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato – sostiene la Coldiretti – il livello di scetticismo dei cittadini. La realtà – conclude la Coldiretti – è infatti che gli Ogm attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini”.