Alla faccia della crisi, per le feste 200 milioni di spreco
Oltre 200 milioni di euro di cibi e bevande rimasti sulle tavole delle feste sono stati salvati dalla spazzatura con la cucina degli avanzi che con la crisi è tornata prepotentemente nelle abitudini alimentari degli italiani. E’ quanto stima la Coldiretti alla fine delle feste di Capodanno nel sottolineare che quasi sette italiani su dieci (68 per cento) hanno trascorso a casa il cenone del Capodanno. Le famiglie nelle feste di fine anno quest’anno una maggioranza del 73 per cento di italiani ha ridotto gli sprechi, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Tra chi ha tagliato gli sprechi l’80 per cento ha fatto la spesa in modo piu’ oculato, il 26 per cento ha ridotto le dosi acquistate, ma sono il 56 per cento quelli che riutilizzano gli avanzi. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono una ottima soluzione per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare – continua la Coldiretti – un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in piu’ può essere facilmente caramellata per diventare un ottimo “torrone” mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci piu’ tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme. Recuperare il cibo è una scelta che – continua la Coldiretti – fa bene all’economia e all’ambiente anche con una minore produzione di rifiuti. Per il tradizionale appuntamento di fine anno con la tavola gli italiani – conclude la Coldiretti – hanno speso quasi 1,9 miliardi di euro, il 5 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Con il Capodanno si stima che – rileva la Coldiretti – siano state stappate oltre 80 milioni di bottiglie di spumante, ma durante la notte più lunga dell’anno sono stati consumati anche 6,5 milioni di chili di cotechini e zamponi, con un aumento del 9 per cento rispetto all’anno scorso, serviti assieme a 10 milioni di chili di lenticchie, “chiamate” secondo tradizione a portar fortuna, vista anche la situazione difficile che vive il Paese.