Non riusciamo più a stare a casa… e compriamo cibo
Nonostante l’emergenza Coronavirus e gli inviti a restare a casa quasi 1 italiano su 3 (30%) non resiste nemmeno 72 ore prima di dover uscire per fare la spesa in negozi, supermercati e alimentari.
A marzo si sono registrati aumenti delle vendite degli alimentari nel dettaglio tradizionale del 19% mentre le consegne a domicilio sono esplose con un balzo del 90%.
In quasi 4 case su 10 (38%) gli italiani hanno accaparrato scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore di non trovali più disponibili sugli scaffali a causa della pandemia coronavirus. Il risultato è che nelle dispense sono stati accumulati soprattutto nell’ordine, pasta, riso e cereali (26%), poi latte, formaggi, frutta e verdura (17%), quindi prodotti in scatola (15%), carne e pesce (14%), salumi e insaccati (7%) e vino e birra (5%).
Tra le categorie che stanno imparando a fare e-commerce (o forse la più tradizionale prenotazione via mail) ci sono le aziende agricole che hanno avviato forniture dei prodotti agricoli direttamente alle famiglie, senza intermediazioni. Per molti, un vero salto di qualità che sarà irreversibile.
Molte delle iniziative messe in campo in questo periodo nelle diverse regioni d’Italia sono visibili sul sito www.campagnamica.it e vedono coinvolte circa quattromila aziende agricole che nell’ultima settimana hanno effettuato 700mila consegne della spesa contadina.