Onu, non passa l’etichetta a semaforo, esulta il governo italiano
Sventato il nuovo tentativo di approvazione all’Onu, e quindi su scala globale, delle etichette a semaforo, il sistema grafico già adottato da alcuni Paesi tra cui Regno Unito e Francia per sconsigliare l’acquisto di prodotti contenenti troppi grassi, zuccheri o sodio. La scorciatoia informativa dei tre colori verde, giallo e rosso è contestata dall’Italia perché penalizza i prodotti della tradizione come i grandi formaggi e i grandi salumi, oltre che i prodotti dolciari dell’industria nazionale.
Esultano i ministri.
“Finalmente l’Onu è tornata sui suoi passi – dichiara il ministro alla politiche agricole e alimentari Gian Marco Centinaio – e ha dovuto ammettere che i nostri prodotti, le eccellenze del made in Italy, non sono dannose per la salute. Che l’enogastronomia italiana è sana e di qualità. Abbiamo messo in campo le nostre eccellenze diplomatiche, con il sostegno di tutte le amministrazioni competenti, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico e naturalmente il MIPAAFT. Abbiamo chiesto a tanti Stati di appoggiare la nostra posizione, perché riteniamo che l’etichetta a semaforo sia potenzialmente pericolosa e fuorviante. La posizione italiana in materia è e rimane quella di un’icona a batteria che indichi la percentuale di nutrienti e che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale. Abbiamo sventato quello che sembrava un vero e proprio attacco per mettere in difficoltà i prodotti tipici del nostro Paese. Indicazioni ingannevoli e fuorvianti non fanno bene all’economia di nessun Paese. Ora è il momento di guardare avanti e occuparci di promozione, tutela e tutto ciò che possa aiutare concretamente il settore. Continueremo a vigilare affinché i nostri prodotti vengano tutelati e salvaguardati in ogni parte del il mondo”.
L’azione del governo italiano contro le etichette a semaforo è stata supportata da una mozione approvata con 249 voti favorevoli e due soli contrari con la quale il Senato ha impegnato il governo ad “attivarsi con tutti gli strumenti a sua disposizione nella trattativa in corso in sede Onu per contrastare l’ulteriore diffusione dell’etichettatura a semaforo sui prodotti alimentari, al fine di promuovere invece l’utilizzo di sistemi di etichettatura che diano corrette informazioni nutrizionali e indichino l’origine dei principali ingredienti utilizzati”.
La proposta era stata avanzata da sette Paesi (Francia, Brasile, Norvegia, Indonesia, Sudafrica, Thailandia e Senegal) che avevano presentato alla seconda commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nell’ambito dell’iniziativa Global Health and Foreign Policy, una risoluzione che riproponeva ciò che era stato escluso dal compromesso raggiunto con la Dichiarazione politica approvata in sede Onu lo scorso 27 settembre: etichette a semaforo, tasse e limiti alla pubblicità per prodotti ricchi di sostanze nutritive ritenute poco salutari.