L’Efsa, potenziale cancerogeno nell’olio di palma
Olio di palma e margarina ancora sotto accusa, questa volta per le potenzialità cancerogene se consumati in grande quantità. Questa volta, a dichiararlo è l’Efsa, l’autority europea per la sicurezza alimentare che ha sede in Italia, a Parma. Ma solo se contengono altequantità di alcuni acidi grassi che si sviluppano con la raffinazione ad alte temperature, un processo che viene sempre più limitato dall’industria alimentare.
Così, l’Efsa non ha dichiarato cancerogeno l’olio di palma ma ha sottolineato la potenziale cancerogenicità e genotossicità per di alcuni acidi grassi contenuti in prodotti vegetali tra cui proprio l’olio di palma: una pericolosità che pare accentuata per le fasce d’età giovanili che sono poi quelle a cui si rivolge l’industria alimentare per la vendita di merendine e creme spalmabili che contengono olio di palma.
Due giorni fa, quindi, la diffusione del dossier dell’Efsa, che ha rinfocolato le polemiche sull’utilizzo dell’olio di palma da parte dell’industria alimentare, prodotto già accusato di indurre la deforestazione del Sud Est asiatico: Malesia, Thailandia, Indonesia, sono, infatti, grandi produttori e considerano la palma da olio un vanto della loro agricoltura.
Nel mirino dell’agenzia europea sono finiti i glicidil esteri degli acidi grassi (GE), il 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e il 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi. Queste sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C).
Come si diceva, i più elevati livelli di GE, come pure di 3-MCPD e 2-MCPD (compresi gli esteri) sono stati rinvenuti in oli di palma e grassi di palma, seguiti da altri oli e grassi. Per i consumatori di tre anni di età e oltre, margarine, creme, dolci e tortine sono risultati essere le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze.
Il gruppo di esperti scientifici dell’Efsa sui contaminanti nella catena alimentare (Contam) ha esaminato le informazioni sulla tossicità del glicidolo (composto precursore dei Ge sopra citati) per valutare il rischio generato dai GE, ipotizzando una conversione completa degli esteri in glicidolo dopo l’ingestione.
La dottoressa Helle Knutsen, presidente del gruppo CONTAM, ha detto: «Ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno, pertanto il gruppo CONTAM non ha stabilito un livello di sicurezza per i GE». Come dire: non c’è livello che tenga, sono nocivi alla salute.
Nel valutare le sostanze genotossiche e cancerogene che sono presenti accidentalmente nella catena alimentare, l’Efsa calcola un cosiddetto “margine di esposizione” per i consumatori. In generale, maggiore è il margine di esposizione, più basso è il livello di preoccupazione per i consumatori.
Dopo avere esaminato la reazione sui tessuti di ratti e topi da laboratorio, il gruppo di lavoro ha riscontrato tossicità consistente per una assunzione alta e una forte incidenza di tumori a fronte di un’assunzione “cronica”.
Il gruppo ha concluso che i rischi maggiori si riscontrano per tutte le fasce d’età più giovanili (fino a 18 anni) e mediamente esposte (che mangiano tante cremi spalmabili e merendine che contengono gli acidi grassi citati), nonché per i consumatori di tutte le età che risultino fortemente esposti. Quindi: per i bambini e i ragazzi sarebbe sufficiente un consumo quasi quotidiano di buone quantità di questi grassi contenuti nell’olio di palma. Mentre, per gli adulti, il consumo deve crescere a livelli quasi patologici.
Allarme soprattutto per le fasce della prima infanzia. «L’esposizione ai GE dei bambini che consumino esclusivamente alimenti per lattanti costituisce motivo di particolare preoccupazione, in quanto è fino a dieci volte quella che sarebbero considerata di lieve preoccupazione per la salute pubblica», ha detto la dottoressa Knutsen.
La disamina del gruppo ha messo in luce che i livelli di GE negli oli e grassi di palma si sono dimezzati tra il 2010 e il 2015, grazie alle misure volontarie adottate dai produttori. Ciò ha contribuito a un calo importante dell’esposizione dei consumatori a dette sostanze.
Ma non tutte le sostanze riconosciute come pericolose lo sono allo stesso modo. «Abbiamo fissato una dose giornaliera tollerabile (DGT) di 0,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno (µg/kg di peso corporeo/giorno) per 3-MCPD e i suoi esteri degli acidi grassi sulla base delle evidenze che collegano questa sostanza a un danno d’organo nei test sugli animali» ha precisato la dottoressa Knutsen. Ha poi aggiunto che «per 2-MCPD le informazioni tossicologiche sono, invece, troppo limitate per stabilire un livello di sicurezza».
Quindi la preoccupazione è soprattutto per il grasso 3-MCPD. La stima della media e le esposizioni elevate al 3-MCPD di entrambe le forme per le fasce di età più bassa, adolescenti compresi (fino a 18 anni di età), superano la DGT e costituiscono un potenziale rischio per la salute.
«L’olio di palma – osserva ancora l’Efsa – contribuisce in maniera rilevante all’esposizione a 3-MCPD e 2-MCPD nella maggior parte dei soggetti. I livelli di 3-MCPD e dei suoi esteri degli acidi grassi negli oli vegetali sono rimasti in gran parte invariati nel corso degli ultimi cinque anni.
Questa valutazione del rischio fornirà informazioni utili ai gestori del rischio della Commissione europea e degli Stati membri, i quali regolamentano la sicurezza alimentare nell’UE. Essi utilizzeranno la consulenza scientifica dell’Efsa per riflettere su come gestire i potenziali rischi per i consumatori legati all’esposizione a tali sostanze negli alimenti. Il gruppo scientifico ha inoltre espresso una serie di raccomandazioni affinché si conducano ulteriori ricerche per colmare le lacune nei dati e migliorare le conoscenze sulla tossicità di queste sostanze, in particolare di 2-MCPD, e sull’esposizione dei consumatori ad essi tramite l’alimentazione.
L’olio di palma è utilizzato nelle merendine e nelle creme spalmabili soprattutto perché è un grasso insapore che non modifica le caratteristiche organolettiche date la prodotto dagli ingredienti più nobili, come, per esempio, la nocciola e il cacao.