Mucca pazza, dalla Francia torna la paura
SERVIZIO DI CHIARA FERRERO
Il Piemonte si attiva contro un possibile ritorno del rischio mucca pazza. L’allarme arriva dalla vicina Francia che ha confermato un caso di BSE (encefalopatia spongiforme bovina) in un bovino di 5 anni morto in stalla in un allevamento nel Dipartimento dell’Ardennes.
Massima la sicurezza al momento in Piemonte, ma in via precauzionale la Regione, attraverso i propri servizi veterinari, ha disposto l’applicazione di misure di macellazione più restrittive. L’O.I.E. (l’Organismo mondiale per la salute animale), dopo il riscontro di positività al test BSE, il 25 marzo ha sospeso lo stato di “rischio di BSE trascurabile” della Francia, status attribuito a vari Paesi (tra cui anche all’Italia), a seguito delle misure adottate per il controllo della malattia in allevamento e presso gli impianti di macellazione a partire dal 2000.
Poiché il Piemonte importa bovini da macello dalla Francia, la Regione, in attesa che il ministero della Salute fornisca indicazioni più precise sui provvedimenti da adottare, ha deciso di adottare misure più severe (per esempio l’asportazione di materiale a rischio nei capi di età superiore ai trenta mesi) per i capi provenienti da Paesi che non hanno lo status di ‘rischio di BSE trascurabile’.
“Il Piemonte – fa sapere la Regione – il rispetto dei severi standard previsti per la produzione di farine proteiche destinate all’alimentazione animale e una costante sorveglianza da parte dei Servizi veterinari negli allevamenti e nei macelli, forniscono un elevato livello di sicurezza degli alimenti e di tutela dei consumatori”.
La sindrome da mucca pazza ha preoccupato l’Italia per dieci anni. Dal 2001, anno del primo caso di Bse al 2011 (ultimo caso), sono stati 145 i casi accertati di malattia nei bovini. Ad occuparsi della sorveglianza è stato il Centro di referenza dell’Istituto Zooprofilattico di Torino che ha coordinato il lavoro di ventuno laboratori degli Istituti zooprofilattici presenti sul territorio italiano. Una rete di laboratori, dipendenti dal ministero della Salute, che non ha eguali in Europa. Sono stati 800mila i bovini sottoposti a test rapido. Due furono le vittime della mucca pazza: una giovane donna in Sicilia e una in Toscana. Un numero, comunque, di molto inferiore ad altri Paesi europei.