Nel food delivery arriva Eat in time, l’app tutta torinese
Da oggi, in Italia, non ci saranno più soltanto le grandi multinazionali straniere come Just Eat e Foodora a spartirsi il mercato del food delivery che, secondo i dati del Sole 24 Ore, genera un giro d’affari di circa 400 milioni di euro nel nostro Paese.
A Torino è infatti nata Eat in Time, una start up sabauda al 100%, fondata da quattro imprenditori – amici, che è pronta a battersi con il coltello tra i denti, puntando sulla qualità del servizio e dei locali selezionati e su un contatto più diretto e umano nei confronti degli utenti rispetto alla concorrenza.
Eat in Time è un portale web che permette di ordinare pranzi e cene direttamente online, scegliendo tra le diverse tipologie di ristoranti presenti in città. Si va dalla cucina tradizionale e tradizionale, piemontese e italiana, a quella etnica, dalla vegetariana a quella dedicata ai celiaci.
“Abbiamo provato i locali uno per uno– spiega Luca Festa, amministratore delegato di Eat in time – Non ci siamo accontentati dei consigli o dei giudizi trovati sul web. Abbiamo preferito testarne la qualità personalmente prima di coinvolgerli nel nostro progetto”.
Le ordinazioni si possono effettuare, da computer o smartphone, sul sito Eatintime.it o tramite l’APP (scaricabile da Play Store Google e a breve anche su Apple Store).
Il tutto comodamente da casa o lavoro: il sistema geolocalizza i ristoranti che consegnano in zona, escludendo automaticamente quelli nel giorno od orario di chiusura. Per ogni locale è disponibile una scheda personalizzata, che accanto a menu, foto e info di dettaglio mostra anche le recensioni degli utenti.
Una volta fatta la propria scelta, basta selezionare le portate dal menù e aggiungerle al carrello virtuale, indicando indirizzo, data e orario per la consegna. Si possono anche specificare varianti ai singoli piatti, attraverso le note allegate all’ordine. Il pagamento può avvenire con carta di credito, Paypal, in contanti e perfino con ticket restaurant, eventuali costi di consegna dipendono dal ristoratore, mentre nessuna commissione aggiuntiva viene applicata da Eat in Time.
Eat in Time considera Torino una rampa di lancio per lanciarsi, in futuro, su tutto il territorio nazionale.
«Stiamo partendo adesso sotto la Mole – continua Luca Festa– ma puntiamo a raggiungere altre grandi città come Roma, Milano, Bologna e Firenze, fino a centri più piccoli e in provincia dove il food a domicilio comincia a svilupparsi».
Eat in Time ha trovato anche il plauso delle istituzioni locali.
«Spesso l’evoluzione tecnologica nel settore commerciale ha portato a conflitti con le categorie tradizionali – sottolinea Domenico Mangone, assessore al Commercio del Comune di Torino – Questa start up, invece, sostiene e promuove l’attività classica della ristorazione. Una nuova impresa locale che ha il coraggio di inserirsi in una fetta di mercato già fortemente in mano a grandi multinazionali straniere e che non a caso nasce a Torino, una città in fermento e sempre più “pensatoio” innovativo a livello nazionale».