Nuove etichettature, possibili danni per i vini Made in Italy
L’avvio del processo di revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dei vini, previste dal regolamento CE n. 607/2009, da parte delle competenti Istituzioni dell’Unione europea, potrebbe arrecare gravi danni ai vini Made in Italy. Nella fase di preparazione della proposta di modifica del regolamento, infatti, si è ipotizzato di liberalizzare, nelle etichette di tutti i vini, l’uso dei nomi di varietà che oggi sono riservati in virtù delle norme comunitarie vigenti. In pratica nomi come Barbera, Merlot, Lambrusco, Nebbiolo, solo per citarne alcuni, potrebbero essere riportati anche sulle etichette di vini stranieri, scippandone l’esclusività ai nostrani. Si consentirebbe, quindi, l’uso di denominazioni senza un riferimento geografico ma con il solo nome del vitigno, senza curarsi di come storia e tradizione le abbiano legate ad un determinato territorio.
Un danno che, secondo Coldiretti, si potrebbe aggirare attorno ai 3 miliardi di euro.
“Il futuro dell’agricoltura italiana ed Europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione” ha affermato Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti e vicepresidente degli agricoltori europei del Copa nel sottolineare che “difendere la normativa comunitaria è la premessa per essere piu’ forti nei difficili negoziati internazionali che ci attendono a partire dall’accordo di libero scambio con gli Usa”.
In base ai dati pubblicati dalla Commissione Europea, Coldiretti evidenzia come l’Italia nel 2015 abbia sorpassato la Francia e sia diventata il primo produttore mondiale di vino con un quantitativo di produzione stimato a 48,9 milioni di ettolitri. La Francia si è fermata a 46,6 milioni di ettolitri, con un calo dell’uno per cento dei raccolti, mentre al terzo posto si trova la Spagna con 36,6 milioni di ettolitri, in calo del 5 per cento. La produzione Made in Italy è destinata per oltre il 45 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), quasi il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante a vini da tavola. Nel nostro Paese, il vino genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita, dando occupazione a 1,25 milioni di persone.