La “Commissione” vara una riforma contro i reati alimentari
Ad Expo 2015 la Commissione di studio presieduta dal Presidente ex Procuratore Gian Carlo Caselli, nonché presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare, ha presentato una articolata proposta di riforma dei reati nel settore agroalimentare a tutela della salute del consumatore, dell’economia pubblica e del lavoro degli imprenditori impegnati a garantire alimenti sicuri e di qualità.
Basandosi su valori quali la salute e l’economia pubblica, la Commissione ha operato una serie di interventi tanto sulle norme contenute nel Codice penale quanto sulle disposizioni delle leggi complementari: ad esempio, è stata elaborata la figura del disastro sanitario per garantire una risposta punitiva alle ipotesi di reato che vanno dalla contaminazione di acque o sostanze alimentari pericolose fino all’omesso ritiro degli alimenti dal mercato, quando da tali condotte possano derivare lesioni gravi o morte ai danni di più persone e il pericolo grave e diffuso di analoghi eventi che mettono in pericolo la salute pubblica.
Gravi sono le conseguenze anche per chi si organizza con mezzi e strutture create ad hoc per commettere il reato di agropirateria, nuova figura criminosa che punisce la vendita di prodotti alimentari accompagnati da falsi segni distintivi o da marchi di qualità – Dop o Igp – contraffatti. Obiettivo importante è stato quello di anticipare la soglia della tutela della salute pubblica e dell’economia, attraverso la predisposizione di specifiche sanzioni da applicare in presenza di un rischio e, quindi, prima ancora di un danno concreto. Per questi motivi va sottolineata la volontà di procedere ad un aggiornamento delle norme attuali, risalenti agli inizi del 1900, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone. Una maggior tutela è stata opportunatamente prevista anche attraverso la previsione di più incisivi strumenti di indagine, l’estensione della sanzione a tutte le fasi che conducono alla commissione del reato – ma che non risultano attualmente punite – e la possibilità di applicare le misure cautelari personali quando sussiste il rischio di una continuazione delle attività criminali. Ulteriore ambito di intervento riguarda l’estensione della responsabilità amministrativa di enti, società e associazioni per i reati alimentari commessi dalle persone fisiche attraverso la disciplina di specifici modelli di organizzazione e gestione e la previsione di sanzioni pecuniarie ed accessorie, quali l’interdizione dall’esercizio dell’attività, la sospensione o la revoca di licenze o autorizzazioni.
Ad oggi, anche grazie alla disponibilità di nuove tecnologie, il crimine alimentare fattura 15,4 miliardi e investe ambiti complessi e articolati nelle attività di produzione e distribuzione dei cibi con un impatto rilevante sull’economia, sull’ambiente e sulla salute.